Traffico di stupefacenti dal Sudamerica: chiede lo sconto di pena il boss narcos di Torre Annunziata Bernardo Tamarisco e con lui il fratello Francesco e altri 10 complici. L’altro fratello domenico invece è stato rinviato a giudizio ieri nell’udieneza preliminare che si è svolta davanti al gup. Con Domenico Tamarisco affronteranno il processo fissato per il 12 giugno prossimo Pasquale Corvino, Alfredo De Maria; Alfonso Fiorenza; Anna e Gennaro Iavarone; Alssandro e Davide Lamesa; e il gruppo di complici salernitani Antonio Romano, Massimo Rispoli ed Enrico Russo oltre a Pasquale Russo. Il processo con il rito abbreviato si terrà invece il prossimo 16 marzo. I due procedimenti nascono dall’inchiesta denominata “Positano 2014”. La scorsa estate la Gurdia di Finanza di Napoli arrestò 39 persone smantellando un ingente traffico di droga dal Sud America al Porto di Salerno
Bernardo Tamarisco, nonostante fosse agli arresti domiciliari e costretto su una sedia a rotelle, in seguito a un agguato subito a metà degli anni Novanta messo a segno dagli ex rivali, oggi alleati del clan Clan Gionta, aveva assunto le redini del clan Tamarisco di Torre Annunziata, gestendo un milionario traffico di sostanze stupefacenti in arrivo dal Sud America. Nel porto di Salerno, il terminale dei narcos che importavano quintali di cocaina e hashish. Furono arrestati anche due addetti salernitani alla movimentazione merci, Matteo Rispoli e Antonio Romano. Il clan era stato colpito negli ultimi anni con l’arresto del boss Francesco, avvenuto nell’aprile del 2014 e poi condannato a dieci anni e otto mesi di reclusione. Anche l’altro fratello, Domenico, è stato per lungo tempo lontano dalle dinamiche criminali del clan. Le redini dell’organizzazione erano attualmente nelle mani del terzo fratello, Bernardo, costretto su una sedia a rotelle. L’uomo faceva affari in collaborazione con il cognato, Vincenzo Langiano, e l’intermediazione presso i cartelli fornitori del broker Salvatore Iavarone, boss dei narcos legato agli Sscissionisti di Secondigliano del clan Amato-Pagano residente in Ecuador e arrestato in Spagna.
Proprio l’installazione di una microspia nell’abitazione “fortino” dei Tamarisco consentì alla Guardia di Finanza di individuare quel luogo come il quartier generale dell’associazione al cui interno si svolgevano le riunioni operative più importanti finalizzate a organizzare e coordinare le trattative per l’acquisto, l’importazione e la successiva commercializzazione della droga sul territorio campano. La cocaina veniva spedita via mare dai porti del Sud America, in particolare da quello di Guayaquil, a quello di Salerno dove l’organizzazione poteva contare sull’appoggio di Matteo Rispoli e Antonio Romano, addetti alla movimentazione delle merci per il recupero e la successiva consegna delle partite di droga occultare all’interno dei container.
Nel novembre 2015 fu sequestrato oltre un chilogrammo di droga in un B&B di Torre Annunziata dove un referente delle cosche calabresi si era recato per consegnare una partita campione in vista di una consistente fornitura di merce. La seconda organizzazione, del tutto autonoma ma meno articolata della precedente, era composta da quattro persone: tre italiani e uno sloveno, e aveva anch’essa base logistica a Torre. Il gruppo era specializzato nell’importazione dalla Spagna di ingenti quantitativi di hashish.
(nella foto Bernardo Tamarisco, il cognato Vincenzo Langiano e il fratello Francesco)