E’ stata chiesta la condanna all’ergastolo per Fabio Di Lello, 34 anni, di Vasto , l’uomo accusato dell’omicidio volontario premeditato di Italo D’Elisa (22), avvenuto lo scorso primo febbraio davanti ad un bar. L’imputato esplose contro il giovane tre colpi di pistola calibro 9 per vendicare l’investimento mortale, la scorsa estate, della moglie Roberta Smargiassi. Il processo con rito abbreviato in Corte d’Assise a Lanciano è stato aggiornato al prossimo 24 marzo per le repliche e la sentenza. Nel corso dell’udienza l’imputato si è dichiarato “pentito e dispiaciuto”. La richiesta dell’ergastolo è stata fatta a conclusione della requisitoria del Procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio e del sostituto Gabriella De Lucia. “Non c’è una ricostruzione alternativa dei fatti – ha spiegato Di Florio – abbiamo dimostrato le prove evidenti sulla premeditazione. Alla Corte d’Assise è stato chiesto di non concedere le attenuanti generiche. Fabio Di Lello non è stato avvertito da alcuno quando Italo D’Elisa è giunto al bar. Di Lello conosceva le abitudini di vita del giovane ucciso. Oggi abbiamo ricostruito l’intero fatto, con slide e video, e riteniamo non si possa trovare la provocazione e la minorata difesa. Si vede anche il momento in cui Di Lello spara a D’Elisa”. Nel corso dell’udienza Di Lello ha parlato di “amore per mia moglie e follia per quanto è successo in quel momento per il grande dolore che avevo in quel periodo”. “Sono pentito e dispiaciuto – ha aggiunto – per quanto ho fatto”. Secondo i difensori dell’imputato, i legali Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni, “Di Lello ha parlato per far capire alla corte cosa provava in quel momento”. “Non c’è stata nessuna premeditazione – hanno sostenuto i due – da parte di Di Lello che ha incontrato D’Elisa in modo casuale”.