Rifiuti e normative che ne regolano lo smaltimento, un binomio legato quasi sempre al dio denaro. Ogni giorno si riscopre l’illecito e puntualmente ci interroghiamo su colpe e colpevoli. L’ inchiesta che vi proponiamo rispecchia in pieno la deficienza di un sistema che spesso chiude gli occhi alla luce accecante del sole. Parliamo di discariche, tante, che nel Vallo di Diano e anche oltre si estendono senza fine. La maggior parte di esse risulterebbe bonificata o, per meglio dire nascosta da interventi inquietanti da parte di chi della salute dei cittadini ne ha fatto un businnes a dimostrazione che il nostro sottosuolo anche dove tutto sembra essere verde e vegeto, si nutre di “schifezze” che provocano quei mali incurabili chiamati “tumori” Ci son vicende su cui la giustizia vuole far chiarezza e ci son vicende di cui la giustizia non sa niente ( forse ), fatto sta che giacciono nel cassetto abbandonato. Sono le discariche mai bonificate. Nulla di strano . Un fenomeno che si alimenta con un passato colluso, pieno di incognite e di luoghi comuni. Vecchie discariche comunali, quando ancora la “monnezza” si buttava alla rinfusa, quando ancora la differenziata era un sogno. Tutto veniva ammucchiato in un punto preciso, stabilito dalle amministrazioni. Si trovava di tutto: dai frigoriferi alle lavatrici, dai televisori ai reperti di amianto che tanto fanno male alla salute, dalle biciclette ai motori delle auto insomma, di tutto e di più. In fondo era la norma, lo si poteva fare ( forse ) chi lo sa. Poi arrivò la disciplina. Bisognava differenziare e smaltire depurando ogni cosa. Così è stato fatto. Oggi la monnezza non è più un problema. Ma, quei luoghi adibiti a discarica che fine hanno fatto?. Qualcuno sussurra che sono stati bonificati e resi inoffensivi alla salute umana. Ma è proprio così?. Una bonifica parziale secondo altri, fatta di niente. Camion di terra per coprire, qualche pianta per creare la cornice e il gioco è fatto. Il problema però rimane. Sotto restano intatti i rifiuti pericolosi. Veleno per noi umani costretti a respirare e a mangiare i prodotti che la nostra terra ci offre. In alcune vecchie discariche basta scavare qualche decina di centimetri per accorgersi di quanto vive sotto. Allora a questo punto ci chiediamo. Cosa si può fare?. Basterebbe innanzitutto perseguire legalmente gli artefici del sotterfugio e poi iniziare realmente una bonifica salutare. Tutto qui. Si parla spesso e male dell’operazione Chernobyl che vede alla sbarra 38 persone accusate proprio di disastro ambientale, un’indagine iniziata 10 anni fa di cui ancora non si conosce la verità. Un processo che si avvia alla prescrizione come spesso accade in Italia. Nello specifico si parla di rifiuti tossici provenienti da Napoli e non solo, monnezza sotterrata nelle terre del Vallo di Diano e non solo che aimè in alcuni casi erano già state riempite dai rifiuti nostrani. Anch’essi sotterrati in quelle discariche che un tempo erano i “monnezzai” del comune.
Antonio Citera
