Gli sviluppi dell’inchiesta sugli appalti a Napoli si fondano sulle rivelazioni dell’imprenditore Pietro Coci che ai magistrati disse di aver ricevuto una richiesta di tangente del 4% da un infermiere dell’ospedale Santobono. Coci affermò di averne parlato con due “uomini Manutencoop” i quali “senza colpo ferire e senza fare una piega mi dissero che erano assolutamente d’accordo e che per loro la prassi era di pagare sistematicamente nel settore degli appalti il 2-2,5% di tangente e non il 4%”.
I provvedimenti riguardano amministratori di strutture pubbliche napoletani, legali rappresentanti di imprese e imprenditori ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le misure cautelari emesse dal gip Mario Morra sono dieci: un arresto in carcere, cinque ai domiciliari, quattro obblighi di soggiorno. Tra questi l’infermiere Giorgio Poziello; obbligo di soggiorno per Danilo Bernardi e Pietro Coci. Bernardi è un dirigente della Manutencoop, Coci è un imprenditore napoletano che, secondo l’accusa, otteneva appalti in cambio di tangenti. Tra le persone ai domiciliari anche Umberto Accettullo, dirigente amministrativo delle Adisu Orientale-Parthenope-Federico II, e Pasquale Arace, dirigente dell’azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon.