Appalti truccati al Santobono, l’imprenditore “pentito”: “Ecco come si pilotavano le gare”

E’ il 19 maggio 2016 quando Pietro Coci viene convocato dalla Squadra Mobile di Napoli negli uffici in via Medina. Ha due possibilita’: negare tutto o confessare. Sceglie la seconda strada perche’ le intercettazioni a suo carico sono palesi e difficilmente contestabili. Si parla di pagamenti di tangenti o come le chiamavano loro al telefono “cene di beneficenza”. Ma di beneficenza e volontariato non c’era nulla, mentre era in atto un sistema in grado di pilotare l’appalto affidato per la pulizia dell’ospedale Santobono di Napoli. “Voglio dare piena e assoluta e piena collaborazione e dico subito delle tangenti che ho pagato negli ultimi anni di attivita’ imprenditoriali”, dice l’imprenditore. Coci e’ il titolare della Euroservizi, una delle aziende che ha vinto la gara al Santobono, con una fusione temporanea con la Manutencop di Danilo Bernardi: entrambi sono indagati con l’obbligo di dimora a Napoli. In carcere e’ finito invece Giorgio Poziello, coordinatore infermieristico della sala operatoria dell’ospedale. “Confermo che Poziello mi disse e mi garanti’ che, a fronte della tangente pattuita parti al 4 per cento del prezzo di aggiudicazione, avrebbero garantito alla nostra Ati l’aggiudicazione dell’appalto – racconta – la nostra vittoria era stata garantita direttamente dal presidente della commissione che ho incontrato in tre occasioni diverse. In una c’era anche Poziello che mi disse, guardando il presidente Arace: ‘Questo e’ l’uomo della missione compiuta, riferendosi alla gara che avevamo vinto”. Pasquale Arace e’ agli arresti domiciliari in qualita’ di direttore sicurezza e prevenzione del nosocomio e presidente della commissione di gara. “La prassi era quella di pagare sistematicamente, nel settore degli appalti pubblici il 2 o massimo il 2,5 per cento del prezzo di aggiudicazione e non il 4 per cento come io avrei pagato – spiega Coci – Due tranche da 25mila euro e una da 5mila euro consegnati a Poziello”. 


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