La cassazione annulla le misure cautelari per la prima trance della maxi inchiesta dei vigili indagati per depistaggio, ad Arzano in provincia di Napoli. Permane, però, la misura cautelare di dimora fuori territorio campano per la 52enne Rosa Mastrocinque arrestata anche nel primo filone delle indagini con l’accusa di tentata concussione e corruzione nei riguardi di un pubblico ufficiale e falso ideologico. E’ stata invece revocata l’ordinanza cautelare di obbligo di dimore fuori dal comune di residenza per un altro agente, Silvana de Rosa. Restano comunque tutti indagati in attesa dello svolgimento del processo. La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio le ordinanze cautelari che avevano coinvolto oltre a Mastrocinque e De Rosa anche Antonio Gesso e Luigi Di Nocera, pure loro agenti, colpiti da ordinanza cautelare di obbligo di dimora fuori da comune di residenza con l’accusa di depistaggio.
Per questi ultimi i loro legali avevano chiesto il rito abbreviato.
Per quanto riguarda la prima inchiesta, che ha visto l’agente della polizia locale Mastrocinque prima arrestata e successivamente colpita da obbligo di dimora cautelare, erano stati condannati con il giudizio immediato alla pena di sei mesi per il reato di falso ideologico Vincenza Merolla, Alfredo Sora e il tecnico comunale Francesco Aruta.
L’indagine, coordinata dalla Procura Napoli Nord, era giunta al termine il 25 luglio scorso, con l’emissione di una serie di provvedimenti giudiziari. Le accuse mosse dal Pubblico Ministero Corona ed avallate dal Gip Isabella Confortini, – così come riportato dal Procuratore capo Francesco Greco – andavano per tutti al falso ideologico in atto pubblico, mentre all’appartenente alla Polizia municipale, Mastrocinque, nei cui confronti furono disposti i domiciliari, furono contestati anche i reati di istigazione alla corruzione e violenza o minaccia per costringere taluno a commettere un reato.
Dalle indagini sarebbe risultato che i tre condannati, redassero un verbale falso allo scopo di favorire la loro collega Mastrocinque, omettendo di scrivere che nell’ abitazione della collega era stato realizzato un piano abusivo. La vigilessa, finita dietro le sbarre, venuta a conoscenza di un sopralluogo fatto da un altro tecnico comunale avrebbe avvicinato quest’ultimo attraverso l’auto di un collega che l’avrebbe invitato nell’ area di parcheggio della Polizia Municipale e lo avrebbe minacciato ed offerto danaro intimandolo a distruggere il verbale.
Sul secondo arresto la Mastrocinque e gli altri tre agenti Di Nocera, Gesso e De Rosa, sono stati accusati di depistaggio in quanto secondo la tesi accusatoria, avrebbero concordato la versione da porre al PM. L’indagine sarebbe scaturita oltre che dalle classiche attività investigative, da dati ambientali e servizi di osservazione, che avrebbero fatto emergere gravi illiceità , provati anche attraverso l’acquisizione di atti e documenti. Ovviamente sono tutti da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva di terzo grado.
Ciro Bene