Tra il 2010 e il 2015 hanno incendiato una decina di auto-compattatori in vari paesi del centro Sardegna con un unico obiettivo: far fuori le ditte concorrenti nelle gare d’appalto per lo smaltimento dei rifiuti solidi e urbani in almeno due comuni della provincia di Oristano, Santu Lussurgiu e Baratili San Pietro. Una banda in odore di mafia è stata sgominata dai carabinieri della compagnia di Tonara e dagli specialisti del Noe di Cagliari. Tre le persone arrestate, di cui due ai domiciliari, e altre due colpite da obbligo di dimora. Le accuse contestate dalla Dda di Cagliari e fatte proprie dal Gip, vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso fino a minacce, danneggiamenti, incendi e turbativa d’asta. A capo del sodalizio, secondo la ricostruzione fornita in conferenza stampa a Nuoro dai capitani Andrea Di Nocera (Tonara) e Angelo Rubechini (Noe), c’era Giovanni Maria Firinu, 58 anni, dipendente della ditta Ecoservice, di Santu Lussurgiu, finito in carcere.
Per un altro dipendente, Massimo Setteponti, 45 anni, sono scattati gli arresti domiciliari a Santulussurgiu, così come per Giuseppe Amato, 51 anni, di Torre Annunziata in provincia di Napoli, ma con abitazione a Quartu Sant’Elena, sospettato di essere affiliato a un clan camorrista: secondo l’accusa, aveva un ruolo di supporto e dispensava consigli agli membri.
Quest’ultimo si occupava a Napoli anche delle revisioni degli auto-compattatori praticando un prezzo speciale. Al vaglio degli inquirenti, nella città partenopea, c’è la posizione di alcuni pubblici ufficiali della Motorizzazione civile.
A Firinu e Setteponti è contestato anche il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Per altri due presunti complici il gip del tribunale di Cagliari, su richiesta della Dda, ha disposto l’obbligo di dimora: Gonario Moro, 40 anni, di Oniferi, contitolare col padre di una ditta di smaltimento rifiuti nel suo paese, è considerato l’esecutore materiale di un incendio dei mezzi di una ditta concorrente (la Econord di Varese) parcheggiati a Barumini (Cagliari), e Franca Pani, 43 anni, di Macomer, direttrice tecnica della Nuova Ecoservice.
Q Gli obblighi di dimora sono scattati per Franca Pani, direttrice della ditta Ecoservice, e per Gonario Moro, dipendente dell’impresa Moro di Oniferi specializzata nello smaltimento dei rifiuti. Una dozzina in tutto gli indagati, tra cui la moglie di Firinu, Francesca Piras, amministratrice della Ecoservice. L’associazione a delinquere di stampo mafioso è stata contestata in particolare a Firinu, Settefonti, Pani e Piras.
Le indagini sono scattate dopo un attentato messo a segno nel febbraio 2010 contro la ditta Poddie Redento di Tonara, cui sono seguiti altri danneggiamenti nei confronti di altre imprese che gestivano il servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani in diversi Comuni della Sardegna.
Da quel momento sono stati almeno 8 gli episodi di autocompattatori e altri mezzi per la nettezza urbana finiti nel mirino del sodalizio criminale. In particolare, una serie di attentati era stata messa a segno a Torpè nel 2015, in un deposito all’aperto della ditta Poddie, che all’epoca aveva interessi in una quarantina di paesi in tutta l’isola e gestiva il servizio di raccolta e trasporto di rifiuti solidi urbani in paesi della Barbagia, Sarcidano, Goceano e Marghine: gli incendiari avevano cosparso di benzina i mezzi parcheggiati all’interno per poi appiccare le fiamme. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’organizzazione cercava di tenere fuori dagli appalti le ditte concorrenti, con collaudato sistema di intimidazioni.
Alla Nuova Ecoservice, inoltre, sono contestati reati di tipo ambientale, oltre al traffico di rifiuti: i carabinieri del Noe hanno scoperto rifiuti speciali e pericolosi e non sepolti in un terreno di circa 300 metri quadri a Santulussurgiu utilizzati dalla ditta.