Camorra, i pentiti: “Ecco tutti gli scambi di omicidi tra i Lo Russo e i Birra”

Hanno portato a temine nella città di Ercolano 12 missioni di morte gli uomini del clan Lo Russo. Da Miano arrivavano alle falde del Vesuvio per offrire sostegno “militare” agli alleati del clan Birra-Iacomino. Dichiarazioni fatte agli investigatori dal pentito del clan di Miano, Mario Centanni, il collaboratore di giustizia ha spiegato di essere venuto a conoscenza dallo zio Domenico Lo Russo che gli uomini del clan Birra-Iacomino avrebbero a loro volta commesso diversi omicidi per conto dei Lo Russo; in particolare, ha affermato, sarebbe stato Salvatore Viola ad uccidere nella zona di Marianella tale Pasquale de Martino del clan Stabile. Centanni, inoltre, ha spiegato che tra i due cartelli criminali esisteva una forte alleanza e che lui stesso avrebbe accompagnato Raffaele Perfetto “muss ‘ e scigna” partente dei Lo Russo e uno dei killer più spietati della cosca dei “Capitoni” ed altri esponenti del clan a far visita ai “Birra” al fine di rinsaldare l’alleanza che aveva importanza strategica per i Lo Russo. Oltre al duplice omicidio di Mario Ascione e Ciro Montella, i Lo Russo, in base all’ipotesi accusatoria formulata dagli inquirenti, avrebbero messo a segno l’omicidio di un altro reggente del clan avverso a quello dei loro alleati, ovvero quello di Antonio Papale, fratello del boss della moquette.
Questo omicidio, come ricorda Il Roma, sarebbe stato decretato da Stefano Zeno, reggente del clan della Cuparella attualmente detenuto al regime del 41 bis, con il presunto placet di Michele Chierchia e Raffaele Perfetto, uomo chiave del clan Lo Russo di Miano che si occupò di organizzare l’omicidio, a compiere materialmente del boss Papale, sarebbero stati Vincenzo Bonavolta e Francesco Zavota: il primo considerato un presunto killer del clan Lo Russo, il secondo un uomo dei Gionta mandato in missione a corso Resina, addetti all’approvvigionamento e successiva distruzione delle armi e dei ciclomotori usati nel raid omicida, Ciro Uliano, Lorenzo Fioto e il colla di giustizia Francesco Ruggiero. Portano la firma di “capitoni” anche il duplice omicidio di Raffaele Di Grazia e Lucio Di Giovanni, il duplice assassinio di Vincenzo e Gennaro Montella trucidati a Torre del Greco, e Giuliano Cioffi, cognato di Raffaele Ascione, ex capoclan morto in carcere nel 2004, fu trucidato ucciso a Quarto il nove settembre del 2001. Per gli omicidi di Raffaele Di Grazia, Lucio Di Giovanni e Giuliano Cioffi, sono stati sentiti anche i collaboratori di giustizia Agostino Scarrone, Giuseppe e Giovanni Savino. I tre pentiti hanno raccontato ai giudici della V sezione della corte d’Assise del tribunale partenopeo tutto quello che sapevano. Alla sbarra con il rito ordinario gli uomini del clan Birra-Iacomino di Ercolano: Salvatore Viola, Lorenzo Fioto, Franco e Andrea Sannino, Pasquale Genovese e il collaboratore di giustizia Costatino Iacomino, fondatore dell’omonimo clan.

(da sinistra nella foto Raffaele Perfetto, Giovanni Birra, Stefano Zeno e Salvatore Viola)


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