Le continue minacce e richieste estorsive che il clan Orlando faceva agli imprenditori maranesi i cugini Antonio e Pasquale di Guida hanno portato questi ultimi, una volta incastrati dalle intercettazioni telefoniche e ambientali a raccontare agli investigatori quanto era stati costretti a subire. Il 27 febbario scorso, quindi meno due mesi fa Pasquale Di Guida racconta alla Dda di Napoli:
“Con riferimento alle richieste estorsive subite, inizialmente, da mio cugino Antonio Di Guida ed ultimamente anche da me, devo precisare che in prossimità delle elezioni politiche in Marano, si presentò presso lo studio di Via Corree di Sopra, Vincenzo Lubrano chiedendo di parlare con mio cugino Antonio. Io gli dissi che avrebbe potuto parlare anche con me, ma lui mi disse che volevano parlare con mio cugino. Sebbene ricordo, quella prima volta venne da solo Vincenzo Lubrano, ritornò in un secondo momento e vidi che fuori rimase ad attenderlo Severino Dario, cugino Di Guida Antonio. In questa seconda occasione, ripeto Dario era fuori, Vincenzo Lubrano, mi disse di riferire a mio cugino Antonio che lo zio, Orlando Antonio latitante, gli voleva parlare. Sebbene ricordo gli episodi sono tanti e si sono succeduti con una certa intensità, Lubrano Vincenzo convocò a mio cugino Antonio presso il bar Cristal, siccome non me la sentivo di lasciarlo da solo, lo accompagnai.
Non ricordo se questo appuntamento presso il suddetto bar, avvenne subito prima o subito dopo dell‟estate del 2015. Ci recammo io ed Antonio Di Guida e trovammo ad attenderci al bar Cristal, Di Maro Angelo, Orlando Angelo o malomm, Lubrano Vincenzo: ci sedemmo intorno al bar e i predetti ci chiesero, a nome degli Orlando, un prestito di 500.000 euro. Antonio disse loro che quella cifra non la poteva pagare, che stava in difficoltà per vendite degli appartamenti di Via Gerani di Napoli ed era esposto con le banche per un mutuo particolarmente elevato. I predetti, in particolar Angelo Orlando o malomm, diceva che loro si erano presi il paese- Marano di Napoli – e che tutti dovevano aiutarli; che loro avevano bisogno di soldi per mantenere le famiglie ed altro. Loro incalzavano minacciosamente, ma Antonio replicava loro di essere esposto con le banche e di non avere tutti quei soldi. Io cercai di mettere una buona parola, di sostegno ad Antonio, il quale alla fine della discussione disse fate quello che volete, io i soldi non li ho. Sebbene ricordo, ma gli episodi sono tanti e si sono ripetuti intensamente e non ero a tutti ero presente, gli Orlando si recarono a casa di Vincenzo, fratello di Antonio, l‟episodio mi fui riferito da Antonio, che mi disse che erano andati a casa del fratello, Orlando o malomm; Angelo di Maro, Ruggiero Salvatore e altri di cui non ricordo il nome. I predetti avevano chiesto a Vincenzo che il fratello doveva assolutamente pagare i soldi che gli avevano chiesto a titolo “ di prestito” e consigliarono di vendere un appartamento a San Giovanni a persona che loro avrebbero individuato. Ripeto la vicenda nei dettagli la conosce Antonio, con il quale commentammo l‟episodio, ed Antonio disse che non avrebbero mai trovato nessuno per acquistare l‟appartamento. Sebbene ricordo dopo questo episodio, ma sulla scansione dei tempi potrei sbagliarmi, preciso che Antonio mi disse che si erano recati nuovamente presso il suo ufficio, non ricordo chi ma mi fece dei nomi, dicendomi che avevano minacciato lui e me, e se non avessimo dati i soldi che loro volevano, io sarei dovuto andare a Cuba ed Antonio in Brasile. Preciso che evidentemente sapevano che io vado di tanto in tanto a Cuba ed Antonio va in Brasile. … Per quel che mi risulta Antonio Di Guida, non si è rivolto a nessuno per non pagare, noi non volevamo pagare nulla, perché ritenevamo ingiusta la richiesta. …per quel che mi risulta, non ci sono state più richieste estorsive da natale 2015 e fino a giugno 2016, almeno io non ho saputo più nulla, fin quando un giorno, maggio – giugno 2016, ho avuto una telefonata da parte di tale Di Maro Monica, titolare di un‟agenzia immobiliare/Caf, la quale mi disse di portarmi presso di lei. Mi recai e trovai ad attendermi Di Maro Isidoro, fratello di Monica, il quale mi prese sotto il braccio e mi portò fuori dicendomi: “ ho una imbasciata per te dagli Orlando, sono stato mandato da Angelo o malomm “ , il quale mi disse che dovevo rintracciare mio cugino Antonio, siccome non ci sono riuscito, mi ha detto di rintracciare te. L‟imbasciata era che “ entro 15 giorni, sia io e sia Antonio gli avremmo dovuto portare 200.000 euro a testa”…. Di Maro Isidoro è parente agli Orlando, non so come. Il Di Maro mi disse anche che la sua era una imbasciata senza ritorno. Io gli dissi che questi soldi non li avevo per parte mia, erano tre anni che non lavoravo e che avevo problemi famigliari. Precisai che non lavoravo con Antonio; che non avevo nulla e che avrei riferito l‟ambasciata ad Antonio… Non so se Di Maro Isidoro se ha contattato mio cugino Antonio. Io non ho avuto più rapporti con lui. Terminato il colloquio con Isidoro, chiamo mio cugino Antonio che raggiungo all‟Auchan, al quale raccontai l‟episodio di Isidoro. Mio cugino mi rispose che avremmo potuto parlare con nostro cugino, Di Guida Raffaele, proprietario/gestore di un parco giochi, ilo cui figlio ha sposato la sorella della moglie di Orlando Angelo o malomm. Così nel tentativo di sottrarci nella richiesta estorsiva, andammo da Di Guida Raffaele, al quale esponemmo i fatti, lui ci disse che ci avrebbe fatto sapere. Dopo quattro giorni, ci mandò a chiamare e ci disse: “ questi sono matti, hanno detto che vogliono i soldi della richiesta, 200.000 euro a testa, precisamente disse: “ vogliono i soldi che hanno detto che vogliono, e che ve li ridaranno quando gli escono dalle tasche, se ve li ridaranno “. Il predetto Raffaele, disse che non ci poteva più aiutare e che non voleva averci più a che fare con gli Orlando, esortandoci a fare attenzione….Raffaele Di Guida non ricordo che mi disse con chi aveva parlato, io pensai ad Angelo o malomm… dopo questo episodio, non ce ne sono stati altri.Non abbiamo pagato né io e né mio cugino. Gli episodi che si sono succeduti sia quelli che mi vedono come vittima da solo e sia quelli che mi vedono come vittima insieme ad Antonio, sono molteplici, ed è possibile che sia stato impreciso su qualche circostanza di tempo e di luogo… in quel periodo, più volte siamo stato avvicinati da Ruggiero Salvatore, che stava insieme agli Orlando”
I Di Guida non hanno alcuna intenzione di pagare la somma richiesta a titolo di “prestito‟ ma il gruppo emergente è determinato e si rivolge al fratello di Antonio Di Guida nello stesso mese di dicembre 2015. Nella casa di Calvizzano in cui Di Guida Vincenzo è sottoposto agli arresti domiciliari per vicende di droga, si recano Angelo Di Maro, Armando Lubrano detto Armandino ed Angelo Orlando detto o Malomm.Angelo Di Maro chiarisce subito il motivo della visita: “Adesso stiamo noi a nome dei compagni”e Armando Lubrano aggiunge: “…omissis… Adesso ci siamo presi noi il paese e manteniamo allerta il paese ed a noi ci serve un prestito perché noi siamo in difficoltà e voi dovete aiutare il paese e i carcerati…non mi dire che tuo fratello non tiene i soldi. A noi serve un prestito fatto direttamente a noi, cioè ad Angelo Di Maro, ad Armando Lubrano e ad Angelo Orlando e in due anni glielo restituiamo”. Angelo Di Maro, di fronte alle proteste di Vincenzo Di Guida che evidenziava come il fratello non stesse lavorando a Marano, propone una soluzione a suo dire agevole e che eliminerebbe ogni problema: “io so che tuo fratello ha costruito degli appartamenti a San Giovanni a Teduccio e che ne ha ancora qualcuno di invenduto e io ho un acquirente per la casa”. Per rendere ancora più temibile il gruppo e quindi “seria‟ la richiesta estorsiva Armando Lubrano dà una sorta di ultimatum: “Per stasera ci devi dare la risposta altrimenti ti prendi tu la responsabilità…omissis… stasera viene Angelo a prendersi la risposta”.
Antonio Esposito
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