E’ fatta, come sempre, di tradimenti di accordi sottobanco e di quelli alla luce del sole, anche la storia della camorra napoletane e in particolare di quella sanguinaria di Scampia e Secondigliano figlia della scissione dal clan Di Lauro e protagonista delle tre faide che hanno lasciato sul selciato un centinaio di morti. cronachedellacampania sta raccontando in esclusiva parte di quella storia fino ad oggi inedita e svelata agli investigatori da un nutrito gruppo di pentiti e tra questi uno dei capi della Vinella Grassi, Antonio Accurso che racconta degli accordi per la gestione e il controllo del traffico di droga durante la terza faida di Scampia e dopo il primo arresto del reggente del clan Amato-Pagano. ovvero quel Mariano Riccio, genero del super boss Cesare Pagano, che con la sua gestione aveva creato la divisione interna alla famiglia malavitosa più potente di Napoli e provincia. Antonio Accurso ha svelato gli accordi tra “zia” Rosaria Pagano e quelli della Vinella e poi del piano di uccidere Alfonso Riccio, fratello di Mariano e tutti i suoi affiliati” “maranesi”, piano saltato per l’intercessione della moglie di Cesare Pagano. Ha svelato Antonio Accurso ai magistrati cosa accadde subito dopo:
“…Cicciariello mi ha raccontato, presente mio fratello Umberto, che l ‘incontro con Alfonso Riccio vi era stato, che lui era presente, perché Alfonso gli dava ragione, ma spiegava che non poteva lasciare ì maranesì, in particolare Tonino ‘o russo perché questi avevano in mano i soldi del fratello, ossia dei proventi della cocaina, estorsioni e gioco. Per cui recuperati ì soldi, sarebbe rientrato tra gli Amato-Pagano ma Cicciariello come il Gemello poco si fidavano di lui….Dopo qualche giorno Tonino il rosso..omissis.. chiede un incontro con noi. L’incontro c’è stato a Mugnano, e vi parteciparono i suddetti, ai quali Tonino il rosso, spiegò le loro ragioni, ossia che Tonino il Chiattone era un uomo di merda e che Alfonso lo aveva abbandonato, infatti era partito per un viaggio, forse Barcellona, non so di preciso. A garanzia del ‘incontro presso il Rione Berlingieri venne tenuto in ostaggio il fratello di Tonino che chiedeva, quindi, un incontro con gli Amato-Pagano per chiarirsi, perché loro non volevano la guerra. Quella stessa sera mandammo a chiamare Cicciariello per spiegargli dell’incontro avuto con Tonino il rosso ; lui disse che avrebbe riferito il tutto a Napoleone e al Gemello io consigliai loro di fare l’incontro e togliere tutto da mezzo. Dopo qualche giorno venne Renato Napoleone con altri; io non ero presente ma lo era mio fratello Umberto, in una sala scommesse al Berlingieri di nostra proprietà . Loro parlarono dell’incontro con i Maranesi, ma Umberto non parlò con loro della questione della cocaina in particolare; perché Cicciariello e il Gemello mi avevano in precedenza detto che della cocaina di Zia Rosaria solo Napoleone poteva parlarne. Quando io sono arrivato alla sala scommesse Napoleone era già andato via perché aveva degli obblighi, e saputo che Umberto non gli aveva parlato della cocaina, io chiedo a Cicciariello e al Gemello di fissare un incontro con Napoleone. Quello stesso pomeriggio il Gemello, accertatosi della presenza a casa del Napoleone a Melito mi accompagnò in auto da lui. Io gli dissi che risolto il problema della guerra interna, era il momento di risolvere quello della cocaina. Napoleone rispose che doveva parlare con Zia Rosaria, precisando che lei lavorava a “soldi in mano” io risposi che non vi era problema purchè il prezzo fosse buono e che non si vendesse ai privati. Con Mariano e Taekwondò noi lavoravamo a “pagherò” sino all’arresto di Mariano. Nell’occasione Napoleone mi chiese se volevo andare con lui a parlare dalla Zia Rosaria, ma io dissi di no perché mi faceva difficile impostare un discorso con una donna che non conoscevo ma di cui conoscevo i fìgli. Dopo qualche giorno effettivamente il Napoleone, mi mandò l’ imbasciata, tramite Cicciariello e il Gemello che era tutto a posto: 38 mila euro al chilo soldi in mano: ho acquistato 5 chilogrammi
L ‘incontro con i maranesi tra mio fratello, Cicciariello, il Gemello, Tonino il Rosso, la Zanzara nostro affilato, avvenne il giorno della partita Modena-Avellino su cui avevo fatto un grosso investimento, dopo l ‘incontro Cicciariello, il Gemello e mio fratello mi raggiunsero in agenzia come ho detto. Io ho fatto un solo carico, perché poi vengo arrestato, in quel periodo ho comprato la droga anche da Roberto di Scafati come ho detto prima…io non so se dopo il mio arresto i patti chiusi con Napoleone e la Zia Rosaria siano andati avanti, credo di si, anche se subito dopo di me sono stati arrestati Ccicciariello e Napoleone ed il Gemello è latitante…. l’accordo prevedeva che il gruppo Riccio rimaneva a Mugnano, capeggiato da Tonino il rosso e Michelino e mandavano una quota sulla estorsioni che facevano a Mugnano, ed erano liberi per la droga.
Agli Amato-Pagano restava Melito e la quota sulle estorsioni a Mugnano che era intorno ai 25 mila euro al mese, perché le somme sono variabili secondo dei periodi, più o meno favorevoli, tipo lavori in corso. La quota fissa entrava dal mercato del pesce e dal Bingo di Mugnano. Dei carcerati Amato-pagano si occupava il clan, anche con i soldi delle estorsioni di Mugnano. Questo accordo era stato preventivamente approvato dalla Zia Rosaria. di questo me lo dissero apertamente Cicciariello, e il Gemello, Napoleone parlava apertamente della Zia Rosoria per la cocaina… io non so chi rifornisse di cocaina il gruppo di Tonino il rosso Dopo l’accordo con i “maranesi” io non ho più sentito parlare di Alfonso Ricco, salvo quanto detto da Tonino ‘o russo che Alfonso era partito per un viaggio e lo aveva lasciato nei guai… io non so se nell’accordo chiuso con i “maranesi” si sia fatto riferimento ai soldi di cui Alfonso diceva essere nella disponibilità di Tonino il rosso. Né so se quest’ultimo abbia chiuso un accordo con Alfonso Riccio…”.
Rosaria Federico
3.continua
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(nella foto da sinistra in alto Rosaria Pagano, Renato Napoleone, Francesco Paolo Russo “Cicciariello”, Antonio Accurso e Umberto Accurso; in basso da sinistra Mariano Riccio, Alfonso Riccio, Antonio Pastella “Tonino il rosso” ed Egidio Pastella)