Che gli esponenti del clan della Vinella Grassi facessero il doppio gioco nella terza faida di Scampia lo si è sempre sospettato ma i racconti che i pentiti hanno fatto in questi ultimi anni ai magistrati della Dda di Napoli non fanno altro che confermare le ipotesi investigative. In uno dei tanti verbali allegati all’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Ludovica Mancini e che nel gennaio scorso ha portato in carcere una trentina di persone tra cui la donna boss Rosaria Pagano capo indiscusso degli “Scissionisti”, il pentito Giovanni Illiano parla dell’accordo:
“…confermo l’esistenza di questo accordo, che prevedeva che noi Amato-Pagano consegnavamo la cocaina alla Vinella Grassi i rapporti erano per lo più da Jo banana ovvero Rosario Guarino; noi già non consegnavamo la cocaina alle altre famiglie di Secondigliano almeno dal mese di ottobre del 2011, mentre l ‘accordo con la Vinella è del dicembre del 2011. La Vinella in cambio, ci versava il 50 % della quota che percepiva sulla piazza di spaccio dei Puffi. Ci impegnavamo entrambi i gruppi a distruggere le altre famiglie di Secondigliano. Noi apertamente, loro di nascosto; a vittoria raggiunta, tutti i guadagni delle piazze di spaccio di Secondigliano sarebbero state divise al 50%. Agli Amato-Pagano restavano i comuni di Melito e Mugnano. Di tale accordo era stato raggiunto da Rosario Guarino, d’accordo Antonio Mennetta, detto Er Nino, Fabio Magnetti, nonché Mariano Riccio… io ho partecipato alle trattative con diversi incontri e di tutto raccontavo a Raffaele Amato jr. attraverso, come ho detto in precedenza, l’uso di telefonini e pizzini… Io anche prima di commettere un omicidio mi mettevo in contatto con lui accettandone sempre i consigli. Oltre a me c’erano altre persone che in attesa dell’uscita dal carcere di Raffaele Amato junior avevano deciso di avere un rapporto pacifico con Mariano Riccio come Francesco Ferro. Questo perché il Ferro è da sempre un uomo Amato, legato sia a Carmine che a Raffaele, anche se di più a quest’ultimo. Con Ferro, i Caiazza e Renato Napoleone, parlavamo sempre dell’uscita dal carcere di Lello jr…andavo d’accordo con Mariano, solo per fare gli interessi Amato ed attendere la vendetta….quando ci rendemmo conto che a Natale del 2011 Lello non sarebbe uscito dal carcere, eravamo comunque convinti che la scarcerazione sarebbe avvenuta in breve tempo. Ce lo diceva sia la Zia Rosaria …omissis… Francesco Ferro fino alla fine della mia affiliazione al clan Amato-Pagano non era un killer bensì si occupava di droga, era il gestore della 219, quella vicina alla caserma dei carabinieri ossia quella della famiglia Amato-Pagano.
Sino a quando io ero libero, Ferro rispondeva a Gennaro Liguori e Cosimo Marino; nel periodo in cui ero latitante, ossia da gennaio 2012 a maggio 2012 accanto al Ferro ma in posizione inferiore si pose il fratello di Franco Bottino, di cui non conosco il nome né l ‘ho mai visto. Di questo fatto ho avuto notizia da Raffaele Teatro e poi da tale Carminiello che faceva la vedetta di notte nella 219, e che ha curato la mia latitanza. In particolare Teatro mi raccontò che, dopo che le forze dell’ordine avevano fatto irruzione a casa mia a Mugnano, senza trovarmi, per disposizione di Tequendò e  Mariano, accanto a Francesco Francesco, detto Turam era stato messo sulla 219 anche  Franco Bottino, nonché il fratello di questi ma in condizione inferiore”.
Antonio Esposito
@riproduzione riservata
(nella foto da sinistra in alto Rosaria pagano, Raffaele Amato junior e Mariano Riccio, in basso da sinistra Rosario Guarino, Fabio Magnetti e Antonio Mennetta)