Tre anni fa, Nicola Cosentino, ex politico di Forza Italia, era partito dalla sua casa di Caserta per raggiungere la casa di reclusione di Napoli-Secondigliano. Arrestato per l’inchiesta sul monopolio della distribuzione di carburanti con il fratello Giovanni.
Negli ultimi tre anni l’ex sottosegretario, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e per le pressioni esercitate sul Prefetto di Caserta, è stato rinchiuso nel carcere di Terni e, successivamente, nella casa di Venafro. Lì è tornato dopo aver intascato la prima durissima condanna per aver agevolato il clan dei Casalesi. Ora è ritornato a casa.
Oggi è prevista un’ udienza del processo sulle promozioni “facili” nel settore pubblico-privato della gestione dei rifiuti con incarichi nel Consorzio di bacino concessi ad amici e parenti di politici. Un processo marginale, per l’ex sottosegretario, perché Cosentino compare come indagato non colpito da misura cautelare. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, Cosentino compare agli atti con una storia relativa all’abuso d’ufficio. L’ex sottosegretario avrebbe «approfittato del suo ruolo di parlamentare per ottenere la nomina di Francesco Goglia alla direzione generale del Cub attraverso Gianfranco Tortorano, al fine di indebolire politicamente Antonio Scialdone all’epoca presidente del Consorzio».
Scaldone era la “longa manus” di Ferraro, consigliere regionale dell’ UDEUR (anche lui condannato nda). Scialdone, a sua volta, era stato accusato di avere praticato una serie di affidamenti diretti per ottenere consensi elettorali per la moglie, Michela Pontillo, che nel 2010 era candidata alle elezioni regionali. Tra gli indagati vi è anche Angelo Grillo, imprenditore di Marcianise, già sotto processo per lo scandalo ASL di Caserta.
Appalti, affari, corruzione, peculato, voto di scambio, presunte tangenti, promozioni a più non posso, assunzioni non dovute e senza motivazioni, arretrati dispensati a destra e a manca ma solo per gli amici o le imprese amiche e poi episodi di clientelismo. Questo è il contenuto dell’ inchiesta sul Consorzio Unico di Bacino che coinvolge circa 110 persone.