Camorra, il pentito Overa: “Il clan Mariano aveva rapporti con gli Abete-Abbinante di Secondigliano”

Tra le tante conferme il pentito di camorra del clan Mariano dei Quartieri Spagnoli, Maurizio Overa, ex braccio destro del boss Marcuccio Mariano, anch’egli diventato collaboratore di giustizia ha svelato in aula anche un particolare inedito: “Luigi Montò e Raffaele Stanchi erano amici nostri, fornivano cocaina all’ingrosso. Due, tre, anche cinque chili quando era necessario”. Entrambi, dopo essere stati sequestrati e torturati, il 9 gennaio 2012 furono ritrovati carbonizzati a Melito. Era l’alba della terza faida, quella innescata dai ribelli della Vanella Grassi.

E il collaboratore di giustizia nel corso della sua lunga deposizione nel processo alla cosca dei “Picuozzi” , come riporta Il Roma, ha parlato dei rapporti che la storica cosca di Montecalvario aveva instaurato con gli Scissionisti di Secondigliano. Overa ha infatti confermato di conoscere molto bene il defunto Luigi Montò: “Era un nostro amico di quartiere, strettamente imparentato con Lello Bastone (il capopiazza delle case celesti Raffaele Stanchi, ndr). Entrambi sono morti bruciati. Fornivano cocaina all’ingrosso, quantitativi importanti. Quando serviva ne abbiamo presi fino a cinque chili”. Poi Overa ha parlato  di Antonio Cardaropoli “’o pacchianiello”: “Da Caivano era il nostro referente per le armi, ma ci procurava anche droga al dettaglio e, quando gli veniva richiesto, si metteva a disposizione per portare le “imbasciate” di Marco Mariano”. Quindi ha spiegato ai giudici il funzionamento della storica piazza di spaccio “della sposa”: “Quello è un affare gestito da Carmine Furgiero detto “’o pop”. Sono anni che va avanti e sempre con le stesse modalità. Lui mantiene l’affare, ma deve consegnare al “sistema” una quota settimanale che oggi oscilla dai 1.500 ai 2.000 euro a settimana. Soldi che vengono poi ripartiti in quattro fette, vale a dire tra le famiglie Mariano, Esposito, Ricci e Saltalamacchia”.  Nelle battute conclusive dell’udienza Overa ha invece ripercorso le origini della cosca dei “picuozzi”. Ed è qui è stato tirato in ballo Mario Savio: «Un ex “cutoliano”, lui è stato l’uomo che insieme a Ciro Mariano ha fondato il “sistema” dei Quartieri Spagnoli. Poi, con il passare degli anni, ha prevalso il peso dei due fratelli (dunque anche di Marco, ndr), ma all’inizio il suo era un ruolo di assoluto primo piano. So che i rapporti tra lui e i Ricci erano buoni, so anche che di recente è stato arrestato per estorsione. Per quanto mi riguarda, l’ho incontrato di recente e non molto tempo fa. Saranno stati due o tre incontri, comunque casuali, avvenuti durante i permessi di cui avevamo potuto beneficiare”. L’ultima figura di cui parla Maurizio Overa è quella di Antonio Cammarota detto “baccalà”: “Viveva di truffe che commetteva insieme a Marco Mariano e Antonio Masiello. È una persona che non mi è mai piaciuta, ho sempre cercato di non averci a che fare. So per certo che una volta, insieme a Marco Mariano, provò a mettere a segno una truffa con i vini, ma la cosa non andò poi a buon fine. Cammarota si occupava comunque anche di contraffazione di orologi, settore che curava insieme a Umberto Frattini, nipote di Marco Mariano. Ad ogni modo era un personaggio legato soprattutto ai Masiello, circostanza che appresi sia da Marco che da Armando Perrella”. Il processo contro i “picuozzi” riprenderà a fine maggio.


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