Cangiano, il capo della Nfo era legato a Casapound a Napoli

Sono trenta gli atti intimidatori commessi tra i Comuni dell’area a Nord di Napoli nei confronti di istituzioni e testate giornalistiche locali dagli 8 presunti affiliati al gruppo ‘Nfo’ (Nuova Fratellanza Organizzata o Nuova Famiglia Organizzata), operante a Mugnano, Villaricca, Giugliano, Marano, Qualiano e Melito. Quattro persone stamattina sono finite ai domiciliari con l’accusa di violenza, minaccia, danneggiamento e ricettazione mentre altre quattro persone sono indagate: sono tutti di giovane eta’, persone fornite di risorse personali e finanziarie per compiere atti di intimidazione violenta, in particolare attentati, con l’uso di armi e di esplosivi, nei confronti di obiettivi istituzionali. Il presunto leader del gruppo, il 31enne Stefano Cangiano, avrebbe riferito sia ad alcune delle vittime degli attentati che alle forze dell’ordine di essere “iscritto a Casapoud a Napoli“. Secondo le ricostruzioni della procura della Repubblica di Napoli, Cangiano, fondatore del gruppo, asseriva che la stessa Nfo fosse una ‘costola’ dell’organizzazione di estrema destra Casapound. “Loro vogliono far cadere la colpa sui comunisti”, avrebbe riferito Cangiano, indicato dagli investigatori come “mitomane”, che si sarebbe “allontanato da Casapound per problemi nati con alcuni membri dell’organizzazione, mantenendo comunque dei contatti con altri dell’organizzazione”. Da li’ la sua idea di creare l’Nfo, insieme ad altri, “al fine di ribellarsi” nei confronti di “politici corrotti”. In alcuni email intimidatorie, la sigla avrebbe usato anche il nome di ex brigatisti come “Malucci” e “Nadia Desdemona Lioce” per identificarsi Il primo atto intimidatorio sarebbe stato compiuto il 18 marzo 2015 nei confronti di un pub, poi l’intimidazione contro la parete esterna dell’aula consiliare del Municipio di Mugnano “Il tradimento viene pagato con il sangue, Nfo”. Per la Procura, “il modus operandi del gruppo consisteva nel danneggiare i vari obiettivi istituzionali, mediante le esplosioni di colpi di arma da fuoco, come ai Comuni di Giugliano in Campania, Villaricca e Qualiano o con lancio di bottiglie incendiarie, come nel caso della porta d’ingresso della sala consiliare del comune di Marano di Napoli e mediante l’uso di bombolette spray, scrivendo sulle varie sedi, anche testate giornalistiche locali, minacce, a sigla Nfo”.


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