Castellammare: Braglia, la serie B e quei talenti non compresi

Castellammare di Stabia per gli appassionati del calcio in generale rimanda, sicuramente, alla Juve Stabia e ai suoi tre anni nel campionato cadetto, per gli appassionati invece di cucina e paesaggi rimanda ai tanti prodotti tipici e al panorama spettacolare che fa da cornice alla città. Però noi qui vogliamo fare un tuffo nel passato, al primo anno disputato nel campionato cadetto dove la piazza stabiese ha visto “passare” numerosi calciatori che, per una ragione o per un’altra, non sono esplosi sotto la gestione di Piero Braglia ma hanno fatto e continuano a far parlare di se.

Tra i più importanti ricordiamo sicuramente Simone Zaza, campione d’Italia con la Juve e attuale attaccante del Valencia in Liga spagnola, i suoi numeri, in maglia gialloblu, sono impetuosi: 4 presenze e 0 gol. La giovane età dell’attaccante di Policoro sicuramente non ha aiutato il giovane ma, probabilmente, lo stesso allenatore (allora Braglia nda)non credeva nelle sue potenzialità. Un errore, vista la carriera che sta facendo Simone.

Altro gioiello italiano passato per Castellammare è Leonardo Pavoletti, attaccante del Napoli. Per lui vale lo stesso e identico discorso fatto per Zaza: poca fiducia nei suoi confronti in quella gestione tecnica. Infatti anche per lui le presenze sono solo 7 con 0 gol all’attivo. Ultimo bomber passato tra le mani dell’allenatore toscano è Diego Falcinelli, autentica sorpresa del Crotone ed ex attaccante del Sassuolo. Ed è proprio il Sassuolo che manda in prestito per sei mesi nel 2012 Falcinelli a Castellammare. Le presenze sono 12 e un 1 solo gol. Dunque tre bomber di razza che non hanno avuto un grande feeling con l’ex allenatore gialloblù , il quale non è riuscito a valorizzarli a pieno. Nel calcio con i se e con i ma non si va da nessuna parte, e questo è assodato. E’ da sottolineare la giovane età di questi talenti quando hanno calpestato il sintetico del “Romeo Menti” di Castellammare ma c’è anche da dire che non riuscire a “leggere” a pieno questi tre giocatori è stato un errore, sotto certi versi anche imperdonabile.

Antonio Carlino


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