Champagne e festeggiamenti a mare su un gommone dopo l’omicidio di Emanuele Sibillo. LE INTERCETTAZIONI

Dopo aver ucciso il baby boss della “paranza dei bimbi” Emanuele Sibillo andarono a festeggiare con champagne  su un gommone al largo del Golfo di Napoli. “Abbiamo festeggiato, perché avevamo buttato a terra l’uomo più pesante… quello che la notte veniva a sparare sotto casa nostra, lui e il Nannone, lui e i suoi, che ora devono scappare via da Napoli”. E’ quanto contenuto in una intercettazione allegata agli atti del processo a carico di quattro minori protagonisti della faida dell’estate 2015 che vide contrapposti il gruppo della “Paranza” all’epoca unita, ovvero gli Amarante-Brunetti-Giugliano-Sibillo e i “Capelloni” del clan Buonerba. Del processo che si sta svolgendo davanti alla Procura dei minori ne da notizia Il Mattino che riporta anche lo stralcio dei un verbale del pentito dei Quartieri Spagnoli, Maurizio Overa, braccio destro dell’ex boss Marco Mariano, anch’egli pentito. Ha raccontato Overa: “Raggiunsi Andrea Manna alla Riviera di Chiaia, dove lo trovai insieme a Luigi Criscuolo, Gennaro Buonerba e questo ragazzo di nome Antonio. Ricordo bene che era il tre luglio e che Andrea Manna mi raccontò che erano stati loro a commettere l’omicidio di Emanuele Sibillo e mi chiese appoggio. Io gli diedi le chiavi di casa mia e li ospitai per tre giorni. Diedi disposizioni al proprietario di un bar di offrire ai quattro ragazzi tutto ciò che volevano a mie spese. Mi chiesero di fittargli un gommone da un ormeggiatore che conoscevo, all’altezza di Santa Lucia, di fronte al vecchio Club 21. Pagai il fitto del gommone, Gennaro Buonerba lasciò i suoi documenti al titolare dell’ormeggio per garanzia. I quattro mi chiesero anche di fornirgli anche una bottiglia di Champagne e quattro bicchieri di cristallo che servivano per brindare sul gommone”.

(nella foto Emanuele Sibillo, il capo della “Paranza dei Bimbi” ucciso nell’estate del 2015 e Antonio Napolitano detto ‘o nannone”)


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