Clan Amato-Pagano, il pentito: “La Vinella accettò di dare a noi il 50% dei guadagni delle Case dei Puffi ed estromettere gli Abete-Abbinante”

Gli inediti racconti e gli scenari e gli accordi trasversali tra i clan di Scampia e Secondigliano protagonisti delle tre faide di camorra sono stati raccontati agli investigatori da numerosi pentiti. Ma Carmine Cerrato, Taekwondo, cognato di Cesare pagano ha fornito agli investigatori degli inediti molto inetessanti. Ecco cosa ha detto nel maggio del 2014: “…. La situazione è migliorata quando abbiamo chiuso l’accordo con la Vinella che comprava la nostra cocaina. In questa fase Mario il fioraio  ci ha aiutati e su un carico di 300 kg. lui ce ne smistava 200 e ci dava il guadagno. Il lavoro è migliorato dopo l ‘omicidio Scognamiglio ed è andato bene sino alla morte del Cinese, perché fino a quando c’erano omicidi le forze dell’ordine martellavano le piazze. Devo dire che in realtà noi non ci fidavamo della Vinella e credo. anzi sono certo che anche la  Vinella non si fidava di noi. L’accordo tra noi e loro era che ci saremmo divisi il Lotto P, piazza ricca e storica del clan Amato-Pagano, anche se quasi ferma durante la faida per la presenza massiccia delle forze dell’ordine, ma in futuro poteva ritornare quella di un tempo, e, quindi, sarebbe stato inevitabile uno scontro tra noi e la Vinella..  Del resto subito dopo l’arresto di Mennetta, preceduto da quello di Gaudino, diversi affiliati degli Abete si girarono, ed ebbero un incontro con noi; il fatto è avvenuto a febbraio del 2013.Voglio dire che in quel periodo la moglie di Notturno Enzo detto Victor, andò dalla zia Rosaria a Melito, per chiederle la garanzia che i Raia i quali volevano un incontro con noi del clan, non sarebbero stati oggetto di agguato a Melito. La Zia Rosaria si mise in contatto con noi e fornì la garanzia. Effettivamente dopo qualche giorno, a Giugliano a casa di Ciccio Russo, è una mansarda, ci siano incontrati, io, Ciccio, Mustafà e Baiano e per la Vinella tale Umberto e Pilotino. Nell ‘occasione io stesso dissi ai due della Vinella che i Raia, ci volevano incontrare per fare pace, per conto degli Abete. Io dissi loro che dovevamo favorire questa pace, perché avevamo bisogno di lavorare, ossia vendere la cocaina, nel senso che più clan amici avevamo più cocaina vendevamo e guadagnavamo. Quelli della Vinella erano d’accordo, ma la condizione che ponemmo era che gli Abete. unitamente ai loro amici Abbinante, abbandonassero i Puffi che dovevano ritornare a noi e al 5o % alla Vinella. Preso l ‘accordo, decidemmo di far incontrare Baiano con i Raia, perché Baiano non era latitante. L’incontro c’è stato, nell’occasione i Raia, non so chi di loro si sia presentato, sono in tutto tre; invero, essi arrivarono a Melito con la moglie di Notturno che rimase a casa di Zia Rosaria, mentre i Raia, sempre a Melito si sono incontrati con Baiano e Ciccio. Durante l ‘incontro i Raia si scusarono per il comportamento di Arcangelo Abete verso la nostra famiglia, dicendo che loro da subito non erano stati d’accordo; accettarono la nostra condizione di lasciare i Puffi…omissis… Poi Baiano è stato arrestato, insieme a Ciccio poi rilasciato, poi anche io sono stato catturato e, quindi, non so chi ha tenuto i contatti tra noi e gli Abete…omissis”.

Antonio Esposito

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