La polizia svizzera ha fatto luce sulla feroce lite in famiglia che si è conclusa in una tragedia senza fine. Un bilancio tragico: tre morti e tanto sangue tanto che la polizia svizzera non credeva ai loro occhi. Due coniugi che hanno trascorso una vita intera a lavorare in un villaggio del Canton Berna. Persone tranquille, italiane, originarie di Napoli che, prossime alla pensione, desideravano ritornare nella propria città di origine. Un sogno infranto quello di Pasquale Orefice e Anna Esposito, uccisi dal fratello di lei nel loro alloggio residenziale alle porte di Berna in cui vivevano da 25 anni. La tragedia si è consumata di sabato in una palazzina di Unterseen, nei pressi di Interlaken, uno dei luoghi più belli della Svizzera. Ad uccidere i due, secondo le poche informazioni fornite dalla polizia, sarebbe stato il fratello della donna anche lui morto dopo il ricovero in ospedale. La polizia cantonale si è trovata di fronte ad una scena da film: Anna e Pasquale erano a terra in un mare di sangue. Il fratello della donna, invece, in piedi con area minacciosa. Era ferito ma aveva con se un coltello. Ha iniziato ad aggredire gli agenti, forse per scappare. Gli agenti svizzeri non hanno potuto fare altro che neutralizzarlo. Poi, gli stessi, hanno tentato di salvargli la vita con una corsa senza sosta in ospedale. Lì, però, è morto dopo poco. «Io so che il cognato, che viveva a Thun, era rimasto da poco senza lavoro e che Anna e Pasquale l’avevano ospitato in casa per aiutarlo», racconta Patrizio albergatore di Unterseen e amico di Orefice. «Pasquale, sempre sorridente,Mi portava il pesce fresco e la selvaggina di qualità quasi tutti i giorni. Era sempre un piacere vederlo perché ti metteva di buonumore. Amava parlare di tennis e del Napoli. Ultimamente mi aveva confidato che il prossimo anno sarebbe andato in pensione ed era sua intenzione tornare definitivamente in Italia con Anna». I tre morti sono da ricondurre ad un “dramma familiare”, magari a causa di rancori covati per anni e che sono esplosi improvvisamente in atti di violenza. Le cause del dramma di Unterseen, forse originate da questioni di interesse, non sono ancora state rese note. “Lui lo vedevo spesso, perché lavorava per a ditta Michel Comestibles di Unterseen che distribuiva il pesce e veniva in settimana a consegnarcelo”, dice a Repubblica il gerente del ristorante Pizzeria Città Vecchia di Unterseen. Nei prossimi giorni i corpi saranno rilasciati per poter celebrare i funerali che, presumibilmente, si terranno a Napoli. Sono stati ascoltati una decina di testimoni ma per ora non si è arrivata a comprendere a pieno la dinamica precisa dei fatti.