Crolla il progetto Giugiaro dell’ex sindaco Aliberti: dichiarato il fallimento della Scafati Sviluppo

Scafati. Fallisce il progetto dello Studio Giugiaro: l’ex Copmes rimane un’opera incompiuta. E’ stata dichiarata fallita, infatti, la Scafati sviluppo, la società interamente a capitale pubblico del Comune di Scafati, presieduta fino ad oggi da Alfonso Di Massa che avrebbe dovuto realizzare il progetto di riqualificazione dell’area industriale di via Domenico Catalano. Il giudice del tribunale fallimentare di Nocera Inferiore, Mario Fucito, ha depositato oggi la decisione sulle istanze di fallimento che erano state discusse nell’udienza del 6 aprile scorso, dichiarando il fallimento della società Scafati Sviluppo e nominando due curatori fallimentari: l’avvocato Bruno Meoli e il commercialista nocerino Giovanni Faggiano. Il consiglio di amministrazione della Stu dovrà depositare i bilanci e le scritture contabili oltre all’elenco dei creditori. Nell’udienza del 10 ottobre 2017 si terrà l’esame dello stato passivo della società. Numerose le istanze di fallimento presentate nei mesi scorsi, a partire da quella dell’ex revisore dei conti della società Antonio Palumbo per prestazioni professionali per un ammontare di circa 100mila euro. Inoltre avevano proposto istanza 4 promissari acquirenti che avrebbero dovuto avere i capannoni nel Lotto A dell’ex Copmes, lotto mai realizzato per la revoca del finanziamento da parte degli istituti di credito. Insinuati nel fallimento anche il consulente aziendale Giovanni Russo per una somma di circa 40mila euro e l’architetto Sbailo che realizzò dei progetti relativi alla riqualificazione dell’area industriale.

I curatori fallimentari dovranno effettuare una ricognizione dei debiti della società, interamente a capitale pubblico, e verificare se esistono responsabilità civili e penali da parte degli amministratori che hanno gestito la Stu nella realizzazione dei capannoni e nella vendita dei lotti industriali. Fallisce il progetto di reindustrializzazione dell’area industriale di via Domenico Catalano, per alcuni anni ritenuto uno dei fiori all’occhiello delle due amministrazioni del sindaco Pasquale Aliberti.

Un progetto che rimane un’altra cattedrale nel deserto delle opere pubbliche sul territorio comunale, già al centro anche delle indagini della Dda di Salerno per alcuni appalti sospetti affidati a imprese legate al clan dei Casalesi e per le mire degli estorsori del clan Loreto-Ridosso.

L’ammontare dei debiti della società è ancora da quantificare in modo compiuto ma potrebbe superare i 3 milioni di euro.

La curatela dovrebbe ora revocare o comunque gestire gli atti amministrativi, in gran parte vendite dei capannoni già realizzati, fatti dal Cda della Stu nell’ultimo anno. E comunque, il danaro ricavato dalle vendite sarà messo in un fondo da ripartire ai creditori privilegiati e non.

Rosaria Federico


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