DNA sui corpi senza nome per lo scomparso di Torre del Greco

Torre del Greco. Due anni fa Giuseppe di Meglio, psicologo 40enne, scomparve a Meta di Sorrento e da allora non si hanno più tracce. Ora il DNA dei suoi familiari sarà confrontato con quello dei cadaveri non identificati degli obitori italiani. Tutto questo dopo tante battaglie condotte dai parenti ed amici.

 

«Mi auguro che con il prelievo genetico le parole disperate della madre Anna Maria Panariello si possa scongiurare l’ipotesi peggiore. Io lo aspetto sempre».

 

Nei giorni scorsi la madre e il fratello di Giuseppe hanno depositato presso i Carabinieri di Torre del Greco i campioni di mucosa orale che saranno inviati a Roma ed analizzati dai RIS. Avverrà la comparazione con i cadaveri degli obitori riportati nella banca dati.

 

Un registro in vigore dal giugno 2016, con il Dpr 87/2016 che ha dato attuazione alla legge del 30 giugno 2009 sulla necessità di creare una cooperazione transfrontaliera (tra due o più stati) per la lotta al terrorismo. Sono 1868 i cadaveri inseriti in questo registro subito dopo l’attuazione della legge. Questo lascia perplessi i familiari perché la legge è entrata in vigore un anno dopo la scomparsa dello psicologo 40enne.

 

«È sicuramente una svolta ha detto Andrea, fratello di Giuseppe – ma restano molti dubbi perché il nostro Dna sarà raffrontato con quello di una parte – coincidente con il profilo di mio fratello per sesso ed età – dei quasi 2mila cadaveri che ancora non hanno un nome, che tuttavia raccoglie le salme non identificate posteriori al 2016, cioè dall’applicazione della legge. Mentre, Giuseppe è scomparso nel 2015 e nella peggiore delle ipotesi, il suo corpo potrebbe comunque non trovarsi tra quelli. Infatti, i corpi non identificati presenti negli obitori italiani sono più numerosi di quelli censiti, ma su di essi non è stato effettuato il prelievo di Dna. Il commissario straordinario per le persone scomparse dovrà attuare questa legge e occuparsi anche degli scomparsi prima del 2016». Dei 1868 cadaveri non identificati censiti a giugno 2016, circa 1082 si registrano in Sicilia, perché includono le salme degli stranieri recuperati in mare durante i naufragi; segue il Lazio con 203 cadaveri non identificati, la Lombardia con 115 e la Campania con 76 corpi senza identità.

«Con il passare del tempo la situazione per me diventa sempre più complicata ha aggiunto mamma Anna Maria perché le ricerche sembrano rallentare. La mia speranza è che le indagini continuino e che qualcuno possa, finalmente, riconoscerlo». Non si dà pace la madre di Giuseppe, da quel maledetto 18 giugno 2015, quando suo figlio, uscito il giorno prima di casa per una breve vacanza, non è mai più ritornato. L’ultima traccia corrisponde a un prelievo presso un bancomat della Costiera, alle 10 circa di quel giorno con la carta di Giuseppe. Poi il nulla. «Concludo facendo un appello a mio figlio le parole di Anna Maria di farsi sentire dicendoci che sta bene. Noi lo aspetteremo sempre». Per qualunque segnalazione rivolgersi al numero 349 4319549.


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