Ercolano, usura ai commercianti in Toscana: condannati il latitante Vincenzo Ascione e il figlio Ciro

Il tribunale di Pistoia ha condannato oggi, rispettivamente a 9 e a 6 anni, per estorsione e usura, Vincenzo Ascione, 61 anni di Torre del Greco e residente a Montemurlo, e Ciro Ascione, nato e residente a Prato, padre e figlio. Per Vincenzo Ascione, latitante in Tunisia, il tribunale ha fatto scattare l’aggravante di aver compiuto il reato di estorsione in quanto affiliato a un clan della camorra, i Birra-Iacomino di Ercolano. Il processo scaturisce da uno sviluppo collaterale dell’ inchiesta sul traffico illecito di stracci fra Prato e la Campania che nel 2011 porto’ a 18 arresti. Nelle intercettazioni di quell’inchiesta fu individuata la vicenda di una concessionaria auto di Quarrata  in provincia di Pistoia i cui titolari, in difficolta’ finanziarie, si rivolsero agli Ascione per ottenere un prestito di 100.000 euro, che fu dato in contanti col patto di restituirli a un tasso usurario del 36% annuo. La concessionaria nonostante il prestito rimase in difficolta’ e i titolari faticavano a rientrare del debito, subendo quindi le intimidazioni e le minacce, a scopo estorsivo, degli imputati. I fatti vanno dal 2008 al 2013. Gli Ascione agivano con impronta fortemente camorristica, anche per il legame del padre col clan Birra-Iacomino, e terrorizzarono molto i commercianti di auto di Quarrata. Nel processo che si e’ concluso oggi il pm ha contestato l’aggravante del metodo mafioso e l’aver agevolato il clan di Ercolano . Ma il tribunale ha escluso questi due aspetti e introdotto con propria valutazione, e per Vincenzo Ascione, l’aggravante di aver praticato l’estorsione come appartenente a un clan di camorra.

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