Aggressione e minacce in strada a Mariglianella al 25enne Carlo Pianese, già vittima di un agguato alcuni mesi fa, quando un gruppo di ragazzi, ancora in via d’identificazione, esplosero diversi col- pi di arma da fuoco contro la sua abitazione. Stavolta il giovane è stato malmenato e minacciato con una pistola nei pressi della sua abitazione. A salvarlo l’arrivo dei carabinieri della stazione di Brusciano allertati dalla madre della vittima.
L’episodio è avvenuto, come riporta Il Roma, nella notte tra domenica e lunedì, in via Napoli. Alcuni ragazzi lo hanno avvicinato nei pressi della sua abitazione e uno di loro lo ha aggredito colpendolo alla testa mentre gli altri gli hanno puntato addosso una pistola minacciandolo. Il ragazzo, stando a quanto raccontato dalla madre che dice di aver assistito alla scena dalla finestra, sarebbe fortuitamente riuscito a liberarsi e fuggire in casa, mentre la mamma aveva già avvertito i carabinieri e prima del loro arrivo gli aggressori si erano già dileguati.
Il 25enne, è il figlio di Saverio “nasone”, esponente di primo piano dell’ex clan Pianese-Nino (operante sul territorio nolano fino ad una decina di anni fa) ed arrestato due settimane fa dai carabinieri della stazione di Brusciano che lo trovarono in possesso di una pistola detenuta illegalmente e di alcuni panetti di hashish.
Meno di due mesi fa, un gruppo di giovani armati e ancora in via di identificazione, nel cuore della notte esplosero diversi colpi di arma da fuoco contro l’abitazione di Carlo Pianese. I proiettili lasciarono diversi fori nel muro. Carlo Pianese poche ore dopo l’agguato aveva sfidato i suoi avversari con un post provocatorio pubblicato sul suo profilo facebook. Anche stavolta il 25enne non ha fatto mancare il suo show sul social network pubblicando un video in cui mostra che ha riportato una leggera ferita alla testa e accusa un certo G. B. di averlo aggredito e lo minaccia di uccidere la figlia piccola. Cosa continuata pubblicando la foto del soggetto in questione con la scritta Rip e altre minacce sempre rivolte alla stessa persona che lo avrebbe ferito.
Alberto Ferretti