Venticinquesima udienza ieri in Corte d Assise del Tribunale di Udine per il processo sull assassinio di Trifone Ragone e Teresa Costanza avvenuto il 17 marzo del 2015 all’esterno della palestra di Pordenone e che vede come unico accusato Giosue’ Ruotolo, il militare di Somma Vesuviana. Ieri e’ stata la volta del tecnico del Centro Federale di pesistica Luigi Grando, uno dei responsabili della palestra e di alcuni commilitoni dell’imputato. “Quella sera Trifone, mentre stava finendo l’ultimo esercizio ha detto tra l’altro Grando – mi disse ‘Gigi, oggi sono proprio stanco’ ma era tranquillissimo”. “Trifone si era avvicinato alla palestra perche’ praticava cross-fit; aveva un forte carisma – ha aggiunto – e si era inserito in modo ottimo in palestra. Di solito arrivava intorno alle 17-17.30 e stava fino alle 19-19.30. Era molto regolare negli orari, l’allenamento durava circa due ore. Quel pomeriggio arrivo’ intorno alle 17.30. Io uscii dal parcheggio intorno alle 19.15. Dovevo accompagnare a casa tre atleti. Uscendo incontrai uno dei nostri ragazzini che stava aspettando il papa’. Il parcheggio e’ poco illuminato, aspettai cinque minuti con lui l’arrivo del padre, poi andai via anche io”. Grando ha riferito anche di aver visto Teresa: “Era seduta sugli scalini a ridosso dell’ingresso della palestra. L’ho salutata e mi e’ sembrata un po’ pensierosa o triste”. La difesa di Ruotolo – 159 nomi in tutto nella lista – deve invece giocare ancora i propri assi nella manica. Gli avvocati Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito proporranno una ricostruzione alternativa alla scena del crimine con l ‘obiettivo di dimostrare che quando il delitto e’ stato commesso Ruotolo era gia’ andato via con la sua Audi 3.Â