Garante dei detenuti: ” A Napoli e Salerno quelli ricoverati sono bloccati nelle stanze”

Niente socialità, né ora d’aria e neanche la possibilità di fare telefonate per le persone detenute nei reparti detentivi ospedalieri di Napoli e Salerno: è il risultato, critico, del Garante nazionale per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale, il quale, nel corso della visita regionale in Campania, ha monitorato i reparti detentivi dell’ospedale Cotugno e del Cardarelli di Napoli e dell’Azienda ospedaliera San Giovanni di Dio-Ruggi d’Aragona di Salerno. Le persone ricoverate – ha sottolineato il Garante – restano nella stanza detentiva per 24 ore al giorno, senza possibilità di uscire. Solo la struttura del Cardarelli ha previsto una sala per i colloqui con i famigliari, la cui porta però non consente il passaggio di una carrozzina. Oltre ai reparti detentivi ospedalieri, il Garante nazionale ha visitato gli Istituti penitenziari di Napoli, Salerno e Pozzuoli, i due Istituti penali per minori di Nisida e Airola e i Centri di prima accoglienza per minori di Napoli e di Salerno, le camere di sicurezza di Polizia, Carabinieri e Polizia municipale, due Residenze per le misure di sicurezza (Rems) e una comunità per tossicodipendenti di Salerno che ospita persone in misure alternative alla detenzione. Anche in Campania è emersa la carenza di camere di sicurezza delle forze di polizia, in gran parte chiuse perché inidonee. Si tratta di un problema che il Garante nazionale ha già illustrato al Parlamento nel corso della presentazione della prima Relazione alle Camere sulla propria attività. Nel corso della visita, il Garante Nazionale ha incontrato il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, l’assessore alla qualità della vita e alle pari opportunità Daniela Villani della Regione Campania, la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli Adriana Pangia e i questori di Napoli e Salerno Antonio De Iesu e Pasquale Errico. 


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