La “banda degli onesti” voleva organizzare una nuova stamperia da 50 euro falsi a Casoria

La “banda degli onesti” voleva reinvestire i capitali guadagnati con i soldi falsi in una nuova stamperia da impiantare a Casoria. Ma il progetto è stato bloccato in tempo dall’indagine della Guardia di Finanza che l’altro giorno ha portato a 17 arresti e due persone sottoposte agli obblighi di dimora.Dalle indagini è emerso che nell’estate del 2016 Giuseppe e Mauro Puzone, padre e figlio di Casavatore i presunti grossisti del gruppo di falsari, avevano stretto un patto con Luigi Buonomo, meglio noto come “gigiotto”. Nella loro stamperia in quel periodo si producevano solo banconote da 20 euro false ma i due intendevano produrre anche quelle da 50 ma avevano bisogno di una nuova macchina tipografica e quindi di nuovi capitali. Buonomo gli fa un prestito ricevendo in cambi la promessa dell’esclusiva sullo smercio dei 20 euro sul territorio napoletano. Mauro Puzone garantisce a Buonomo: “Dammi una settimana e ti porto la perfezione, ha detto mio padre valuta e vedi se questi ti piacciono”. Passano pochi giorni e il 20 luglio arrivano i finanzieri che chiudono la tipografia che aveva già prodotto quasi 7 milioni di euro in banconote da venti euro false pronte ad essere immesse sul mercato. Il volume di affari della “banda degli onesti” era impressionate e oltre ai legami con i clan dei Polverino e degli Amato-pagano erano riusciti ad aveva contatti anche con una cellula pakistana di jihadisti he aveno utilizzato le banconote false prodotte in Campania per acquistare armi. ma i falsari avevano collegamenti anche con Germania, Austria, Finalandia, Spagna. Singolare era il metodo utilizzato a Milano per piazzare i soldi falsi, riciclandoli a scapito di ignari venditori di ombrelli. Secondo la ricostruzione, approfittando del meteo inclemente che caratterizza il capoluogo lombardo, il riciclatore di turno nei giorni di pioggia parte carico di banconote false da 50 euro dalla prima linea della metropolitana e viaggia per i 101 chilometri che percorrono la città. Scende quasi a tutte le 113 fermate per acquistare ombrelli dai venditori ambulanti che stazionano alle fermate. Il costo dell’ombrello è di cinque euro, paga con il biglietto da 50 fasullo e ottiene il resto, 45 euro, in denaro autentico. Così facendo, stando alle stime delle forze dell’ordine, riesce a riciclare 10mila euro al giorno.


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