“La marijuana? MI serve per meditare”, assolto 30enne di fede rasta

Fu trovato con circa 60 grammi di marijuana ma si giustifico’ dicendo di averne bisogno per meditare. Oggi il tabaccaio 30enne di Toritto di fede ‘rastafariana’, processato a Bari per detenzione di droga, e’ stato assolto con formula piena “perche’ il fatto non sussiste”. L’uomo fu arrestato in flagranza nel maggio 2016 dalla Polizia Ferroviaria con in tasca otto grammi di marijuana. Nella successiva perquisizione domiciliare gli agenti sequestrarono in casa altri 50 grammi della stessa sostanza. Nel processo per direttissima il giorno dopo l’arresto dinanzi al giudice del Tribunale di Bari Anna Perrelli, l’uomo – difeso dall’avvocato Luca Bruno – dichiaro’ di essere “cultore della religione rastafariana”. Il giudice convalido’ l’arresto ma dispose l’immediata scarcerazione del 30enne. Nell’interrogatorio l’uomo spiego’ di aver allestito nella sua casa una stanza adibita alla meditazione, dove c’e’ un giradischi con il quale ascolta la musica ‘rasta’ e dove fuma per meditare. La fede religiosa del rastafarianesimo, infatti, ha fra i suoi precetti l’utilizzo della marijuana come erba medicinale, ma anche come erba meditativa, apportatrice di saggezza, ausilio alla preghiera. Tra le caratteristiche dei fedeli ‘rasta’ c’e’ poi la consacrazione del proprio capo, e dunque l’astensione dalla tonsura e dalla pettinatura, generando cosi le celebri trecce, lunghe e dure ciocche annodate che caratterizzano la chioma di molti fedeli, come quella con cui il 30enne di Toritto si e’ presentato oggi in aula per l’ultima udienza del processo. Nei suoi confronti la Procura di Bari aveva chiesto la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Le motivazioni della sentenza di assoluzione, emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, si conosceranno fra 90 giorni. 

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