La Storia: l’amore ai tempi di Ebola

Stefano Marongiu, 37 anni, è un infermiere del 118 di Sassari che nel 2015 risponde a un appello di Emergency e accetta di trascorrere 3 mesi in Sierra Leone, in un loro centro di terapia intensiva. Sono i mesi in cui infuria l’epidemia di Ebola, una terribile febbre emorragica. «Inizialmente moriva il 90% dei pazienti». Ci vuole un gran coraggio per lasciare la comodità del proprio lavoro e catapultarsi nell’Africa nera.  Marongiu per dodici settimane lavora ininterrottamente nella terapia intensiva. Terminato il suo mandato, rientra con mezzi propri in Italia. Ma si accorge immediatamente di una febbre sospetta.  Finchè arriva la diagnosi: sì, è rimasto infettato e la situazione appare subito gravissima perché la carica virale nel suo corpo è fortissima. Soltanto in pochi centri di eccellenza al mondo sono in grado di curare un male del genere. Per l’Italia, lo Spallanzani.  In ospedale, quando ancora è tra la vita e la morte, Stefano ritrova una faccia amica. Roberta è una sua collega che lui aveva intravisto già. Dove? Tecnico di laboratorio, Roberta aveva fatto parte di un team che lo Spallanzani aveva inviato in Sierra Leone proprio per monitorare ebola. Quel team di studio è proprio il gruppo che si incarica di salvare Marongiu. E nel frattempo sboccia l’amore.

 

 


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