Torino. Marocchino arrestato per i messaggi su Facebook che inneggiano al terrorismo. “Noi vogliamo Medina, Mecca, Gerusalemme, e Roma, con il permesso di Allah ma non soltanto Siria?”: così si esprimeva sulla rete il 29enne marocchino arrestato a Torino. Mouner El Aoual, in Italia irregolarmente dal 2008, è stato arrestato dai carabinieri del Ros con l’accusa di terrorismo, istigazione a delinquere e apologia di reato: su Facebook , con il nickname Salah Deen (Saladino) e su chat room del social network Zello, dove aveva esternato al volontà di fare un attentato in Italia e cercava sodali. Con il nickname “figlio dello Stato” condivideva immagini di non facile diffusione, pubblicava materiale su tecniche di combattimento, di assassinio, di depistaggio dei controlli delle forze di polizia e sui comportamenti da tenere nei Paesi occidentali per diventare “invisibili, inneggiava agli attentati recentemente commessi in Germania, Svezia e Francia; istigava a compiere attentati contro i “miscredenti”. Condivideva manuali di combattimento e di propaganda jihadista, tra cui un manuale per uccidere i miscredenti con i coltelli, un altro per fabbricare esplosivi rudimentali. Era ospite da nove anni di una famiglia torinese, madre e figlio, che lo trattavano come un figlio e non avevano mai sospettato nulla, e usava utenze telefoniche italiane per non venire rintracciato.Â
Il suo ruolo è così riassunto dal Gip nel provvedimento cautelare: “All’interno di un’organizzazione particolarmente frastagliata ed articolata in tutto il mondo come Daesh, spesso sostenuta da elementi singoli che non hanno veri e propri legami con l’apparato direttivo centrale, la presenza di un ‘promotore’ qualificato (‘portavoce ufficiale dello stato islamico’), responsabile della propaganda e del proselitismo ed in grado di ‘condividere’ fonti ed informazioni ufficiali ed aggiornate, è fondamentale e di importanza (rispetto al perseguimento dei fini dell’organizzazione terroristica) pari a quella di un ‘combattente’, figura peraltro dall’indagato costantemente evocata e proposta (anche per se stesso) in termini positivi ed eroici”. Infine, nel valutare il pericolo di reiterazione del reato, il gip sottolinea: “Si tratta di un soggetto estremamente pericoloso, che sta attualmente svolgendo un’importante opera di proselitismo ed incitamento ad azioni violente e letali per un numero indeterminato di persone e che, per intenti e personalità , presenta un altissimo rischio di passare direttamente all’esecuzione di tali gravi atti di violenza”.