Napoli, corruzione: tangente da 20 mila euro e un IPhone per l’appalto delle pulizie all’Adisu

Non solo l’ospedale Santobono-Pausillipon di Napoli, ma anche l’azienda regionale per il diritto allo studio universitario è al centro dell’inchiesta della procura partenopea per una serie di presunte irregolarità negli appalti. Dalle investigazioni dei magistrati partenopei, è emersa un’ulteriore vicenda di corruzione nell’ambito dell’assegnazione della gara per il servizio di pulizia dell’Adisu. Per questo appalto si è accertato – sottolinea il procuratore aggiunto Filippo Beatrice – che l’imprenditore Pietro Coci abbia corrotto Umberto Accettullo e Pasquale Greco, rispettivamente direttore amministrativo e geometra di supporto presso l’Adisu dell’università Orientale, Parthenope e Federico II. In questo caso la corruzione sarebbe consistita nel versamento di 20mila euro e di altro denaro non ancora quantificato, oltre alla consegna di un telefono cellulare, in cambio dei quali Accettullo e Greco avrebbero affidato alle ditte che fanno capo all’imprenditore Pietro Coci, alle figlie e al genero Pasquale Cosentino, numerosi appalti relativi ai servizi di facchinaggio, pulizia, traslochi, fornitura e lavaggio biancheria mediante una procedura di affidamento “diretto” derogando alle norme di legge. Lo stesso Coci, oltre ad aver ammesso di aver corrotto personaggi di primo piano dell’azienda ospedaliera Santobono-Pausillipon, ha confermato le proprie responsabilità in merito all’appalto per l’Adisu. 

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