Nfo: due anni di minacce e attentati a politici e istituzioni nei comuni a Nord di Napoli. TUTTA LA STORIA

 

Quattro arrestati, otto indagati, una trentina di episodi di intimidazione violenta contro sedi di Comuni, di partito o di societa’ di servizi pubblici tra il 2015 e il 2016, anche se il gip non ha ritenuto di ipotizzare a carico degli otto componenti della NF0 il reato di associazione eversiva. E’ il bilancio di una indagine dei carabinieri che ha visto tra gli indagati anche due minorenni. Le azioni del gruppo, di cui era a capo il 30enne Stefano Cangiano (a reclutare gli esecutori delle azioni Paolo Salvo, 18enne da poco), avevano l’intenzione di colpire la corruzione in politica nel Napoletano con atti intimidatori a istituzioni e aziende, ma anche contro testate giornalistiche locali “nella prospettiva di divulgare pubblicamente l’azione, di accrescere la notorieta’ del gruppo e amplificarne proselitismo ed efficacia minatoria”. Il primo degli attentati compiuti dalla NFO, il 18 marzo 2015 a Mugnano con l’esplosione di colpi di arma da fuoco contro un pub. Il 17 luglio nello stesso anno, compare una scritta nella parete esterna dell’aula consiliare del Comune, vernice a spray rossa che dice che “Il tradimento viene pagato con il sangue NFO”. Il 22 luglio, poi, la rivendicazione a un quotidiano online in una email in cui si diceva “a voi politicanti il nostro disprezzo”; il 7 agosto in via Orologio a Villaricca nei pressi del Palazzo Baronale compare la scritta “NFO a voi politicanti il nostro disprezzo”; il 12 agosto in piazza del Popolo a Qualiano qualcuno traccia con la vernice la frase “Clientelismo e corruzione e verranno puniti con il piombo”; il 24 agosto una mail arriva sempre lo stesso quotidiano online, riporta sempre “A voi politicanti il nostro disprezzo”, e precisa: “noi firmiamo sempre le nostre azioni le rivendichiamo. I messaggi a Villaricca e Qualiano sono rivolti ad amministrazioni corrotte e colluse, indipendentemente dal colore politico. Alle parole seguiranno i fatti”; sempre in quella giornata, a Mugnano un’altra scritta in via dei Martiri, “Colpire uno per educarne cento NFO”, e ancora a Villaricca in piazza Baronale la stessa scritta.

Quattro giorni dopo, a Mugnano la scritta viene ripetuta alla parete esterna dell’aula consiliare con spray rosso e il 2 settembre nuove rivendicazioni via mail al quotidiano locale sia per le scritte a Villaricca che per quelle a Mugnano con la specifica che i destinatari delle minacce sono l’assessore ai Lavori Pubblici di Villaricca, Raffaele Cacciapuoti e componente dello staff del sindaco di Mugnano Carlo Albanese. Cacciapuoti in particolare viene colpito come dirigente di una ditta e’ perche’ insieme al sindaco Albanese avrebbe sfruttato i lavoratori del servizio rifiuti. Il 9 settembre un’altra scritta, questa volta sul muro di fronte la sede del periodico online in cui NFO effettuava rivendicazioni virgolette; ancora una scritta il 30 settembre alla parete dello stabile intitolato a Miriam Makeba nella villa comunale di Mugnano, “fuoco alle polveri”; il 5 ottobre intimidazione con spray rosso al muro della piazza Municipale del Comune di Giuliano, “Sindaco impara che la P38 spara”. Il 7 ottobre nella sede del Movimento 5 Stelle, “grillini confusi”; il 26 ottobre rivendicazione telefonica a diverse testate online e in quello stesso giorno esplosi colpi d’arma da fuoco con rivendicazioni di scritta nel muro adiacente all’ingresso pedonale del Comune di Giuliano; due giorni dopo, “Vigili confusi” e’ la scritta che appare in via Orologio a Villaricca nei pressi della sede del Comando di Polizia Municipale. E cosi’ si va avanti fino al maggio 2016 quando viene fatto esplodere un ordigno artigianale davanti la sede di Equitalia a Giuliano in via Basile, provocando il danneggiamento di vetri e dell’intonaco esterno della struttura e la rivendicazione e’ scritta in colore rosso e nero “Un amico e’ la cosa piu’ preziosa”. La casa comunale di Qualiano il 29 gennaio 2016 aveva visto l’esplosione di colpi d’arma da fuoco contro la porta blindata d’ingresso e sulla vetrata era stato scritto NFO; il 20 ottobre all’interno del Palazzo Baronale di Villaricca trovato una bustina in cellophane con 3 proiettili calibro 6,35 e una scritta sul muro “ultimo avvertimento NFO”.

A testate giornalistiche locali il 17 novembre viene recapitata una mail: “se continuerete a nascondere le nostre azioni ci vedremo costretti a colpire le vostre strutture, i vostri collaboratori con azioni militari. Farete la fine di Carmine Pecorelli”. Il 5 novembre incendio della porta d’ingresso della sala consigliare nella scuola Socrate a Marano; il 29 ottobre colpi d’arma da fuoco contro l’Ufficio Anagrafe del Comune di Villaricca. Il gruppo aveva armi da fuoco e nelle mail ai giornali cosi’ si descriveva: “siamo il braccio armato e rivoluzionaria di quella parte del popolo che non e’ in grado di ribellarsi a questo sistema corrotto creato da politicanti mafiosi. Il nostro obiettivo e’ quello di scuotere la coscienza civile con l’ausilio delle Armi e punire gli intoccabili padroni tiranni del Popolo”. Almeno quattro pistole utilizzate per gli atti intimidatori, una delel quali sequestrata a Villaricca il 31 ottobre 2015, una semiautomatica nera Beretta 6,35. Proprio Caggiano il 20 marzo di un anno fa era andato dai carabinieri a Mugnano e si era attribuito la responsabilita’ delle esplosioni dei colpi di arma da fuoco davanti al pub in via San Giovanni. Aveva raccontato di volerlo fare anche contro un bar in piazza Dante e aveva persino specificato di aver organizzato un gruppo di giovani con lo scopo di contrastare la delinquenza gravitante nell’area. Poi aveva detto di avere un urgenza personale e aveva lasciato la caserma. Il problema e’ che Cangiano, spiegano i due carabinieri che stileranno il resoconto di quella strana confessione, e’ un “soggetto conosciuto agli scriventi come mitomane, anche se in passato ha riferito alcune notizie confidenziali che ottenevano parziali positivi riscontri”. Quando ripassa in caserma, grazie ai militari dell’Arma, il colloquio viene registrato e a quel punto racconta di essere a capo di un’organizzazione cui ha dato il nome NFO. Il paziente lavoro degli investigatori riparte da quella registrazione e individua responsabilita’ precise e individuali in 5 degli episodi oggetto dell’indagine, mentre altri vengono attribuiti sulla bese delle scritte rivendicative. Il gruppo di Caggiano avrebbe come area di riferimento l’estrema destra, tanto che in alcune intercettazioni si fa riferimento a elementi locali di Casapound che pagherebbero Cangiano per quello che fa. Ma il gip Emilia Di Palma evidenzia che il gruppo non solo non ha una struttura associativa “seppur rudimentale”, primo requisito per contestare l’associazione eversiva, dato che Cangiano di volta in volta attraverso Salvi, arrestato come lui (cosi’ come Luigi Esposito e Salvatore Sequino), assoldava persone che pagava per eseguire le azioni; ma anche nemmeno un obiettivo condiviso, un programma comune che era il fine delle azioni violente. Anzi, l’unica finalita’ che anima i componenti e’ quella economica e Cangiano spesso alle forze dell’ordine rende dichiarazioni “inutilizzabili, a tratti deliranti” quando non “generiche e confuse”.


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