Corpi scelti, monologhi di donna (di Marco Mattiello)

Degna conclusione della rassegna teatrale “Scenari” all’Auditorium S. Alfonso. Tante presenze e tanti applausi per “ Corpi scelti”, l’originale progetto drammaturgico di Angela Matassa, Anna Mazza e Roberto Russo per la regia di Peppe Miale e l’interpretazione di Laura Borrelli, Gioia Miale e Imma Pagano. Tre donne, tre corpi e tre storie per tre monologhi (“Volevo gli occhi blu” di Matassa, “Taglio netto” di Mazza, “Cu-lotteria” di Russo). Vicende diverse ma unite da un preciso passaggio: il corpo che narra in maniera paradossale, drammatica oppure esilarante. La prima storia è ispirata da la Metamorfosi di Kafta con colonna sonora di Vasco Rossi (Liberi, liberi). Un uomo, per contrappasso dantesco e non, passa da dongiovanni a donna per un sortilegio da libro ricevuto. Cercherà di adattarsi e di non darla vinta ai dongiovanni come lui che incontrerà. Splendida la scrittura della Mazza per la seconda storia, con Fragole infinite di Fortis in sottofondo e un riferimento storico ma sempre efficace all’Alberto Sordi de “ Il Boom”. Vendere il corpo per assicurare un futuro ai figli, passando da cucitrice a cucita, tra polacche e cinesi del nostro tempo. Nella terza storia, ecco il Pirandello de La Patente rivivere nella donna col sedere portafortuna, invenzione per sbarcare il lunario nella Napoli post contrabbando e ancora non post droga, invenzione innocua, anzi da toccasana per chi crede ancora nei miracoli del banco lotto.


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