Primi risultati Arpac: il mare del Golfo è in buona salute

Il mare del golfo di Napoli gode di ottima salute. Parola dell’Arpac, l’agenzia regionale per l’Ambiente che nei giorni scorsi ha diramato i dati sulla balneabilità delle coste della Campania. La conferma è che in nove dei dodici punti di campionamento nello specchio d’acqua napoletano le acque sono a 3 stelle ovvero di qualità eccellente. Superano a pieni voti gli esami dei tecnici dell’agenzia regionale per l’ambiente, diretta da alcune settimane dal commissario straordinario Stefano Sorvino, Nisida, Trentaremi, Marechiaro, Punta Nera, capo Posillipo, Posillipo (altezza piazza San Luigi), Palazzo Donn’Anna, lungomare Caracciolo e via Partenope (altezza Castel dell’Ovo). Divieto di balneazione invece per lo slargo di via Nazario Sauro, San Giovanni a Teduccio e Pietrarsa, mentre vige il divieto di tuffarsi ovviamente in tutti i tratti portuali e sul litorale di Bagnoli. Dalla mappa interattiva dell’Arpac, disponibile sul sito ufficiale dell’agenzia, sono facilmente individuabili le zone off limits e quelle dove il bagno è consentito senza che ci siano pericoli, grazie alla legenda colorata in base alla classificazione (rosso=scarsa; giallo=sufficiente; verde=buona; azzurro=eccellente).
Se si esclude il porto di Mergellina, Napoli è balneabile da Nisida fino a Castel dell’Ovo, mentre man mano che si procede verso l’area Est si va a peggiorare, con la maglia nera per San Giovanni a Teduccio paradossalmente affiancata dal dato eccellente delle acque di Portici secondo il campionamento all’ex Bagno Rex. Discorso a parte invece per Bagnoli, dove l’inquinamento dell’ex Italsider ha compromesso il tratto litoraneo.
L’ondata di caldo delle scorse settimane ha anticipato la stagione balneare ma per chi ha osato il tuffo niente paura. I parametri microbiologici determinanti ai fini della balneabilità ovvero la presenza di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli è nettamente al di sotto dei valori consentiti, cioè il nostro mare è sicuro. «La pubblicazione dei dati sullo stato delle acque di balneazione risponde all’esigenza di fornire in tempi rapidi alle istituzioni e all’utenza i dati sulla qualità del mare che emergono dall’attività di monitoraggio condotta dall’Arpac in ogni stagione balneare» ammette Sorvino. «Da parte nostra c’è il massimo impegno in vista della stagione balneare di fornire dati aggiornati e fruibili alla cittadinanza. Impegno reso possibile dalla presenza di una nostra flotta di battelli con tecnici a bordo che prelevano, campionano e analizzano in sito: caso unico in Italia, poiché altre istituzioni regionali fanno riferimento ad altri enti o istituti esterni».
I campioni di acqua marina vengono prelevati una volta al mese sul tratto costiero campano (oltre 300 i punti di campionamento) «ma se necessario siamo in grado di eseguire controlli anche oltre la calendarizzazione» precisa il direttore tecnico Marinella Vito.
Se infatti vengono denunciate anomalie in superficie (dalle barche della capitaneria di porto o anche da cittadini), i tecnici sono in grado di eseguire immediatamente le analisi e nel caso porre un immediato divieto di balneazione e tracciare la causa scatenante dell’inquinamento.
Ogni singola area di campionamento infatti ha nella sua scheda personale una casella per l’identificazione delle cause di inquinamento connesse a eventuali scarichi a mare. «Dopo un forte acquazzone, per esempio, i dati possono peggiorare poiché il mare è carico del flusso fognario e pluviale. Ma nel giro di un paio di giorni i valori tornano nella norma» continua Vito. «Altro caso è quello degli scarichi abusivi o dovuti a rotture di impianti fognari, come per esempio nel caso di Sorrento qualche anno fa». A volte però quello che può sembrare un residuo inquinante (come la striscia di schiumetta superficiale) non sempre è dovuto alla presenza di batteri ma di semplice mucillagine: «Il calore e la poca ossigenazione delle acque può far proliferare delle microalghe che producono una secrezione che in superficie si presenta come un residuo schiumoso, la mucillagine. È solo spiacevole a vedersi ma se non presente in percentuali alte non altera la qualità delle acque».


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