Pompei. La Confesercenti di Napoli e della Campania ha presentato un ricorso al Tar contro la tassa di 80 euro applicata a tutti i bus turistici che transitano a Pompei. Il ricorso di Confesercenti chiama in causa il Comune di Pompei, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la società Publiparking e chiede l’annullamento della delibera del 3 febbraio scorso del commissario prefettizio di Pompei Maria Luisa D’Alessandro che prevede la modifica della Ztl gialla (che comporta l’adozione del ticket di 80 euro per i bus). Il ricorso, presentato dall’avvocato Paolo Leone, è stato proposto da Confesercenti insieme a Gennaro Lametta, coordinatore regionale e provinciale di Federnoleggio, a Gianluca Machetti, presidente sezione di Pompei di Confesercenti, ad altre associazioni e ad alcuni imprenditori. “Il ricorso è volto alla difesa dei tanti nostri associati che sono danneggiati da questo ingiusto e illegittimo balzello”, dichiara il presidente di Confesercenti Napoli e Campania Vincenzo Schiavo. “I nostri imprenditori, i nostri autonoleggiatori non solo devono già difendersi da una concorrenza spietata – aggiunge Schiavo – ma devono anche accollarsi tale ticket adottato peraltro fuori tempo. I grandi tour operator, le compagnie aeree e le navi da crociera sottoscrivono con i nostri esercenti contratti per le escursioni, con le relative tariffe, con almeno 18 mesi d’anticipo. Questo ulteriore costo grava solo sui nostri associati”. Il sito di Pompei, ricorda Schiavo, “è una meta fissa del turismo e una grande opportunità per l’intera comunità di Pompei: mettere queste barriere economiche significa provocare danni e scoraggiare i turisti. Gli albergatori e i ristoratori che hanno investito perché attendono migliaia di turisti, i noleggiatori che hanno acquistato bus secondo le nuove normative, come possono sobbarcarsi questa ulteriore tassa? Alle banche che hanno concesso loro crediti cosa diranno? Che il Comune di Pompei ha improvvisamente introdotto un balzello senza pianificarlo?”. Per questo “ci opponiamo con tutte le forze – spiega il numero uno di Confesercenti Napoli e Campania – anche in virtù della destinazione di questa tassa, non già per migliorare i servizi turistici di Pompei o la vivibilità della città ma solo per fare cassa e per ripianare i buchi di bilancio. L’amministrazione eviti gli sprechi e non tassi solo chi pensa a commercializzare nel mondo il marchio di Pompei, creando indotto economico per tutti”, conclude Schiavo.