Tito-gate: la procura richiede l’arresto del sindaco di Meta davanti al Riesame

Il pm Silvio Pavia della Procura di Torre Annunziata, titolare delle indagini, stamane ha riproposto la sua richiesta di arresto per il sindaco di Meta, Giuseppe Tito e per l’imprenditore Antonino Staiano, indagati della cosiddetta “Tito-gate” per i quali il gip Antonello Anzalone aveva rigettato la richiesta nei mesi scorsi. Lo ha fatto davanti ai giudici del collegio E della decima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli. Secondo il magistrato torrese la misura idonea per il primo cittadino di Meta è quella degli arresti domiciliari cosi come per l’imprenditore Antonino Staiano mentre è stata ripresentata la richiesta di divieto di dimora per il comandante dei vigili urbani Rocco Borrelli e il “re” delle luminarie natalizie Aniello Donnarumma, imprenditore di Pimonte ma molto attivo in Penisola Sorrentina. Nessuno dei quattro indagati per i quali si discuteva il Riesame era presente stamane ma molto ben nutrito il collegio difensivo composto dagli avvocati Roberto Attanasio, Vincenzo Maiello, Paola Astarita, Valerio De Maio, Emilio di Guida e Luigi Alfano. Richiamandosi a quanto scritto nella richiesta di arresto il pm ha ribadito che per il sindaco Giuseppe Tito “Il suo agire è volto al solo fine di gestire in maniera privatistica la cosa pub­blica. L’attività illegale appare così continua e persuasiva di ogni attività amministrativa. Più che pericolo di reiterazione del reato si può tranquillamente parlare di certezza di reiterazione”. Ma  per i difensori non ci sono ne gravi indizi di reiterazione del reato o pericolo di fuga oppure inquinamento delle prove perché si tratta di presunti reati “datati” e per questo che non essendoci più le esigenze cautelari, e venendo meno la concretezza e l’attualità della stessa, tutti hanno chiesto ai giudici del Riesame di confermare l’ordinanza di rigetto del gip. I giudici del Riesame decideranno entra al massimo 20 giorni, Poi ci sarà sempre la strada della Cassazione.

L’inchiesta verte su tre appalti so­spetti tra il 2012 e il 2014: gestione parcheggi comunali; servizio di trasporto scolastico e installazione luminarie natalizie. Appalti per i quali sarebbero state pagate delle tangenti. Non a caso l’unico provvedimento firmato dal giudice delle indagini preli­minari del Tribunale di Torre Annunziata Antonello Anzalone è un sequestro di 15mila euro a Giuseppe Tito. Il sindaco di Meta si è visto bloccare i soldi sul proprio con­to corrente perché secondo le accuse quella somma sarebbe frutto del presunto giro di mazzette del 2012. Ovvero quando, nelle vesti di assessore con delega al corso pubblico  Tito avrebbe intascato soldi da una cooperativa.

 


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