Tre morti di tumore dopo aver ricevuto gli organi dallo stesso donatore: medico indagato

Si era sottoposto ad un trapianto di rene ma dopo sei mesi è morto per un tumore aggressivo e come lui nel giro di pochi mesi sono morti altri due pazienti che avevano ricevuto altri organi dal medesimo donatore di Brescia.Per le tre morti, una delle quali coinvolge un noto imprenditore di 63 anni di Vallo della Lucania in provincia di Salerno, è finito sotto inchiesta un noto primario del Nord accusato di omicidio colposo e c’è l’indagine del ministero della salute. Una storia assurda e paradossale che porta all’attenzione il delicato tema dei trapianti.  Sono state le indagini difensive dell’imprenditore cilentano morto a far venir fuori la verità ovvero che il 63enne non era morto per una crisi di rigetto come si pensava in un primo momento. Ma era stato colpito da un tumore aggressivo che in pochi mesi lo aveva stroncato. E così si è scoperto che sorte analoga era arrivata anche per altri due trapiantati e che il donatore si era suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa. Ora la famiglia dell’imprenditore di Vallo della Lucania , rappresentata dall’avvocato Riccardo Ruocco, spera che la Procura di Mantova, dove sono avvenuti i trapianti, proceda alla riesumazione del cadavere del donatore per capire se l’uomo avesse ” una patologia tumorale molto grave ed aggressiva in atto, che si è trasmessa dal donatore ai riceventi e, dunque, ci troviamo al cospetto di un caso di omicidio colposo”. Ma l’avvocato Ruocco punta l’indice anche contro Il Ministero della Salute e del Centro Nazionale Trapianti. “Il loro silenzio uccide per la seconda volta”.

 


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