Uccise in ospedale la moglie malata da 12 anni: niente attenuante della ‘pietà’. Condannato a 6 anni e sei mesi di carcere

La Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha confermato la condanna a 6 anni e 6 mesi per Vitangelo Bini, responsabile dell’omicidio volontario aggravato della moglie Mara Tani. L’uomo sparo’ tre colpi alla moglie in una corsia dell’ospedale di Prato il primo dicembre 2007. All’epoca dei fatti la donna aveva 82 anni ed era gravemente malata di Alzheimer da 12 anni: Bini non voleva vederla piu’ soffrire. Nella sentenza di condanna confermata oggi la Corte non ha riconosciuto l’attenuante della “pieta'” che avrebbe spinto l’uomo a compiere il gesto, come era stato richiesto dall’ avvocato di Bini, Lapo Banchelli. Alla richiesta del legale si era associata anche la procura generale, che riteneva per questo che la condanna dovesse essere ridotta a 4 anni e 4 mesi. In ragione di questa sentenza Bini rischia di finire in carcere nonostante sia ultrasettantenne: per una pena cosi’ elevata (6 anni e 6 mesi) non e’ prevista infatti, per il reato di omicidio volontario, alcuna pena alternativa al carcere. “Ora attenderemo le motivazioni della sentenza – spiega l’ avvocato Banchelli – ma posso anticipare che ricorreremo sicuramente in Cassazione. E non e’ escluso che lo faccia anche la procura generale, dato che e’ chiaramente insoddisfatta della decisione dei giudici d’Appello”. Bini oggi ha 87 anni: per 35 anni fu vigile urbano a Firenze e per uccidere la moglie utilizzo’ una pistola della sua collezione di armi. In quell’occasione l’uomo esplose tre colpi: com’e’ stato ricostruito nel corso del processo non era previsto che il terzo fosse indirizzato alla donna. L’ultimo colpo doveva essere utilizzato per il suicidio dell’uomo, ma siccome il corpo della moglie ebbe un sussulto dopo i primi due proiettili, Bini credette di non averla uccisa e le sparo’ una volta di piu’. L’ex vigile urbano aveva sempre assistito la moglie in casa, poi per un aggravamento delle condizioni fisiche ci fu il ricovero in ospedale a Prato, nella vecchia struttura del “Misericordia e Dolce”. Vedendo la moglie in gravissime condizioni nel letto di una corsia, l’uomo maturo’ l’iniziativa di ucciderla.


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