Eboli. Legami con il clan Maiale e con i Fabbiano-Capozza e il conseguente indebito arricchimento con l’usura e le rapine: finisce sotto chiave il tesoretto di Giovanni Ricciardi, 46enne di Eboli, sequestrato ai fini della confisca dagli uomini della Sezione operativa della Dia. Beni e conti correnti per un valore di circa 500mila euro sottratti all’usuraio della Piana del Sele che utilizzava metodi violenti contro le proprie vittime, in gran parte imprenditori in difficoltà economiche.
Gli uomini, coordinati dal colonnello Giulio Pini, hanno eseguito stamattina un provvedimento di sequestro per la confisca, emesso dal Tribunale di Salerno, sezione misure di prevenzione nei confronti di Ricciardi, della moglie Luisa Zunica e della suocera Maria Rosaria Giordano, che risultano prestanome del pregiudicato ebolitano.
Gli accertamenti patrimoniali hanno consentito di instaurare il procedimento di prevenzione antimafia a carico di Ricciardi, al quale è stato contestato l’illecito arricchimento avvenuto contestualmente al periodo di appartenenza prima al clan Maiale e poi al clan Fabbiano- Capozza operanti nella Piana del Sele.
La carriera criminale del Ricciardi inizia molto presto. Poco più che ventenne, nel 1993, venne denunciato per il reato di associazione per delinquere finalizzato alla commissione di rapine e furti e nel gennaio 2015, è stato arrestato per il reato di usura, per effetto di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Salerno, perché ritenuto responsabile di ben 4 episodi di natura usuraria, commessi tra il 2009 e il 2013.
All’esito della procedura promossa del Direttore della D.I.A. – nel corso della quale la Procura della Repubblica ha prodotto ulteriori atti relativi a condotte recenti tenute da Ricciardi -, il Tribunale di Salerno-Sezione Misure di Prevenzione ha disposto la confisca dei beni riconducibili al pregiudicato, riconoscendone la pericolosità sotto una duplice veste: da un lato, per le ricadute economiche sul tessuto sociale di riferimento, in quanto l’azione criminosa di Ricciardi era indirizzata a colpire soprattutto imprenditori in difficoltà economiche; dall’altro, per le violente reazioni poste in essere in caso di mancato o ritardato pagamento da parte dei debitori sottoposti a prestiti usurari.
Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a confisca 4 terreni agricoli – intestati alla suocera Maria Rosaria Giordano, su uno dei quali insiste un fabbricato in corso di realizzazione -, 1 rapporto bancario (intestato a Ricciardi), 2 rapporti bancari e 1 rapporto postale intestati a Luisa Zunica e la ditta individuale “Ricciardi Giovanni”, con sede legale a Eboli, per l’attività di “coltivazione di ortaggi in piena aria e coltivazione di altri alberi da frutta e frutti di bosco”, il tutto per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro.