Napoli. Affittopoli nelle case delle palazzine monumentali del Real Bosco di Capodimonte, Villa Floridiana e Villa Pignatelli, occupate abusivamente da familiari di ex custodi e dipendenti, e affittate a prezzi stracciati. L’inchiesta della Guardia di Finanza che ha spinto la magistratura contabile a chiedere i danni a due ex Soprintendenti e a tre dipendenti dell’Agenzia del Demanio riguarda 17 immobili, oggi di proprietà del Ministero dei Beni culturali, ha messo in luce l’escamotage dei soliti furbetti che – sfruttando la farraginosità della burocrazia vivevano in dimore di prestigio pagando poche decine di euro al mese. Le indennità di occupazione delle abitazioni, infatti, erano ‘tarate’ sull’ultima bolletta regolare, alcune risalenti addirittura al 1970 e mai aggiornate.Â
Chiamati a rispondere dei danni, in particolare, i due ex Soprintendenti per il Polo Museale di Napoli, Lorenza Mochi Onori (2009-2011) e Fabrizio Vona (2011-2015), e tre dipendenti dell’Agenzia del Demanio: i direttori della filiale della Campania Cesare Sarchiapone (2006-2008) e Roberto Di Giannantonio, e la funzionaria Tiziana Toniutti, coordinatrice operativa (2006-2011). Secondo quanto scritto dal procuratore della corte dei conti della Campania, Ferruccio Capalbo e coordinata dal procuratore Generale Michele Oricchio, i cinque devono controdedurre per “colpa grave e negligenza” nell’amministrazione dei 17 immobili, acquisiti dal Demanio nel 2010, per un danno erariale di oltre un milione di euro, calcolato in base alla differenza tra le indennità di occupazione pagate dagli occupanti e il valore di mercato del canone.
Le contestazioni, scaturite dalle indagini del Primo Gruppo della Guardia di Finanza, sono riferite al periodo che va dal 2009 al 2013.
Per l’affitto di un appartamento nella Villa Floridiana si pagava 53 euro, a fronte di un valore di mercato di 793 euro. Cifre esigue anche alla Casina dei Principi e al Fabbricato Colletta del Real Bosco di Capodimonte: 161 euro al mese invece di 434. Ma il vero affare erano gli alloggi di Villa Pignatelli, nel lussuoso contesto di Villa Rothschild, con comodo parcheggio interno. Per un appartamento valutato 2.471, l’indennità versata era di soli 136 euro.
Una gestione scellerata che pur essendo nota non è stata mai affrontata “non solo per liberare gli immobili – scrive la corte dei Conti – ma anche per esigere il pagamento dei mancati incassi”.
Secondo la Procura l’ex Soprintendente Monchi Onori avrebbe sottoscritto il verbale del passaggio di consegna al Ministero, nel quale era segnalata la necessità di agire al fine del recupero delle indennità di occupazione”. Ma poi non avrebbe fatto nulla per sgomberare gli immobili e adeguare i canoni. Con il subentro di Fabrizio Vona, la situazione non era cambiata. Nel 2012 il nuovo Soprintendente aveva nominato una taske force per ridefinire i canoni, due anni dopo lo screening viene completato, quindi si avvia l’iter per la riscossione ma i calcoli vengono contestati perchè pare non fossero supportati da ‘adeguato procedimento contabile’. E così la Soprintendenza è costretta a informare la ridefinizione di un nuovo canone e la conseguente revoca della prima richiesta.Â
Il gruppo di lavoro dunque non era servito a nulla, secondo la Procura contabile “non aveva lo scopo di quantificare i canoni, che erano di specifica competenza dei direttori territoriali del Mibact” e con la revoca, secondo la Procura, sarebbe venuta meno anche “l’interruzione della prescrizione per il recupero dei crediti”. Nel 2013, Vona avvia l’iter per degli sgomberi. Ma gli occupanti fanno ricorso al Tar che nella maggioranza dei casi li respinge. Anche dopo le sentenze, però, “nessuna iniziativa viene attivata per il materiale recupero delle somme, né per la esecuzione degli sgomberi”.
L’inchiesta della Corte dei Conti della Campania sui palazzi della Cultura prosegue con due nuovi filoni d’indagine. Nel mirino, gli appartamenti ubicati all’interno della residenza borbonica di piazza del Plebiscito e un immobile storico nel cuore di Chiaia, entrambi attualmente di proprietà del ministero dei Beni Culturali. È il nuovo capitolo nell’inchiesta avviata un anno fa, quando gli accertamenti sulle case degli ex custodi nella Reggia di Caserta portarono ad un invito a dedurre anche per l’ex Soprintendente.
Una storia che si sta ripetendo in questi giorni, per i siti monumentali e i grandi parchi cittadini del Real Bosco di Capodimonte, della Villa Floridiana al Vomero e di Villa Pignatelli.
Le indagini su Palazzo Reale e su via Egiziaca a Pizzofalcone sono ancora alle prime battute. Gli anni di riferimento sono sempre quelli relativi al periodo 2009-2013. Cioè, l’ultima fase dopo la quale, per i canoni non riscossi scatta la prescrizione e può intervenire la Corte dei Conti.
Le indagini sono state affidate ai carabinieri di Chiaia. Anche in questo caso, secondo le prime ricostruzioni, si tratterebbe di immobili storici, di proprietà del Mibact, occupati abusivamente. Tanto da costringere i militari a sfondare le porte per fare i controlli.
 (nella foto villa pignatella e da sinistra Lorenza Mochi Onori e Fabrizio Vona)