Angela Celentano: “Ci avvertirono tardi perché iniziarono a cercarla loro”, il racconto del maresciallo che coordinò le indagini

Il problema nelle ricerche di Angela Celentano, la bambina scomparsa il 10 agosto 1996 durante una gita sul monte Faito, tra Castellammare di Stabia e Vicio Equense, “è che ci hanno chiamato, secondo quello che ci dissero i familiari, un quarto d’ora, venti minuti dopo, perchè pensavano che Angela fosse lì intorno e si sono messi a cercarla”. A raccontarlo è stato il maresciallo dei carabinieri Vincenzo Vacchiano che comandava la stazione dei carabinieri di Vico e che ha coordinato le prime indagini sulla scomparsa della bambina ai microfoni di ‘Pomeriggio Cinque’. Il militare, in un’intervista telefonica, ha ricostruito i primi momenti della scomparsa della piccola Angela. “Quando la famiglia Celentano ha visto che Angela non c’era più allora hanno deciso di chiamare i carabinieri. Ricordo che anche persone che stavano lì vicino a fare il pic-nic aiutarono la famiglia a cercare la bimba”. Chiusa la pista messicana che indagava su Celeste Ruiz. La ragazza o meglio la donna, una messicana, che vive in Francia e madre di due figli, è stata rintracciata pochi giorni fa. Si è sottoposta spontaneamente all’esame del Dna che ha escluso la sua familiarità con i Celentano. Le avevano rubato l’identità con un foto su facebook. “E’ stato un scherzo di pessimo gusto” hanno commentato i Celentano e il loro avvocato che hanno abbracciato in lacrime la donna. La procura di Torre Annunziata prosegue con le indagini.


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