Avellino sarà ancora per un anno – e forse più – la dimora calcistica di Walter Lenin Alfredo Novellino per tanti ko che i tifosi attendono in chiave di riscatto definitivo? Innanzitutto servirà la squadra – i calciatori rimarranno a disposizione fino al 30 giugno prima del rompete le righe – e l’ambiente, riflesso anche di un ulteriore chiarimento che dovrà esserci in seno all’altra compagine, quella societaria. Non è un mistero che le idee dei due presidenti dovranno collimare, non solo rispetto agli obiettivi, ma soprattutto rispetto alle modalità per il loro raggiungimento. Vietato permettersi un futuro già dall’inizio nuvoloso: le piogge invernali sarebbero decisamente acide. Per tutti. «Non l’ho sentito, nè visto dopo la gara col Latina – rivela Taccone che mercoledì ha un appuntamento – ma lo incontrerò presto per ringraziarlo personalmente per quello che con noi ha fatto per salvare l’Avellino. Preferisco farlo dal vivo perchè ritengo che il telefono crei spesso involontarie distanze e parlarsi e guardarsi negli occhi sia più umano e cordiale e poi aiuta anche a capire. Oggi sarebbe prematuro parlare, ma le idee bisogna avercele chiare già da ora, visto che il passato è oramai nel dimenticatoio e serve, occorre, è indispensabile pianificare il futuro. I dettagli sono importanti ma verranno poi, ora c’è da sondare, scoprire, sentire disponibilità o dinieghi». Più chiaro di così. Ovvio che toccherà ora al Monzon di Montemarano uscire dall’angolo e insieme al fuori i secondi, far sapere se per la prossima stagione vorrà posizionarsi al centro del ring biancoverde. Parlare, capirsi, chiarirsi, sembrano le pratiche indispensabili e inderogabili da attuare già da ora senza lasciar spazio ad eventuali sorprese spiazzanti come quella, comunque accettabile sotto il profilo umano di aspirazioni a migliorarsi di Massimo Rastelli che traslocò a sorpresa al Cagliari. «Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza. Ma occorrono convinzione, determinazione e presa di coscienza nel dover far le cose e farle per il verso giusto, dribblando anche incidenti di percorso (il riferimento è a Toscano? ndr), situazioni imprevedibili (infortuni, vedi quello occorso a Gavazzi, ndr). Ciò ci rende consapevoli e determinati nel doverci attrezzare al meglio per non soffrire fino all’ultimo come purtroppo è accaduto quest’anno considerando, non vorrei ci si dimenticasse, che abbiamo comunque tra alti e bassi chiuso la stagione sul campo a quota 52. Che non dovrà essere una scusante, ma un punto fermo da cui ripartire e provare a far certamente meglio». Walter Taccone dal Cilento snocciola gli ultimi granelli di meritato e liberatorio relax dopo il rush finale che all’ultimo secondo ha consentito al suo Avellino di tagliare il sofferto traguardo della salvezza. Da oggi il patron sarà di nuovo in trincea, «anche se c’è tempo per attrezzarsi per la guerra, ma ovviamente servirà farci trovare più che pronti», aggiunge. Sì, però il riferimento a Lorenzo il Magnifico, nella sostanza lascia la porta aperta ad un ventaglio di ipotesi nuove. A proposito di certezze, ce n’è una: i tifosi. «Definirli meravigliosi è riduttivo – sottolinea sincero il presidente – ; nell’ultimo atto, il più importante e strategico a garantirci la serie B, sono stati letteralmente fantastici, siglando loro insieme ad Ardemagni ed a Castaldo e ovviamente a tutta la squadra, quella salvezza che ritengo meritassima per quanto abbiamo fatto dopo il gap iniziale e il procedere altalenante dell’ultimissimo tratto di stagione. Li ringrazio di vero cuore e farò».