Avellino: Taccone risoluto e deluso

La consegna dell’Us Avellino, da Taccone in giù, è una sola: il silenzio che di certo non sarà quello degli innocenti, vista la scialba, inconsistente e a tratti irritante prova dell’Arechi, ma che impone una reazione che giovedì sera non potrà che essere una: battere il Latina. «Fino ad allora si dovrà riflettere bene su cosa fare e dimostrarlo in campo tutti e dico tutti. Il resto è fumo». Telegrafico e risoluto e pure in un certo senso criptico il presidente Walter Taccone che pone interrogativi sul futuro suo e del club, staccando però i collegamenti con tutti e tutto per le 92 e passa ore più lunghe della sua gestione che, dalla polvere dei campi in terra battuta della serie D in nove anni ha riportato l’Avellino sul palcoscenico della B, oggi pericolosamente a rischio. Un Taccone risoluto ma comunque deluso per l’andamento finale di questo torneo che aveva visto sì i lupi risorgere dalle ceneri di un girone d’andata balbettante, vedendoli a lunghi tratti anche protagonisti, ma che dopo la vittoria a Pisa li ha restituiti sorprendentemente timorosi nel raggiungere l’obiettivo prefissato. E’ vero che qualche scivolone probabilmente è stato determinato anche da un’ingiusta penalizzazione che ha mortificato il loro impegno, costringendoli ad uno sforzo extra, ma non si devono cercare alibi perchè la squadra ha nelle corde possibilità e capacità di raccogliere sul campo i punti necessari per salvarsi. E poi, non c’è tempo per aspettarsi eventuali cadeau dal tribunale di appello federale che a campionato oramai concluso (la sentenza si presume possa arrivare venerdì), difficilmente si assumerà la responsabilità di incidere sulla classifica finale, qualora anche solo un punto possa risultare determinante per tutti gli interessi in gioco, tra cui quelli dell’Avellino. Ciò non toglie che l’aspettativa di giustizia della società, di Taccone in primis, rimanga ferma e attenda una pronuncia che comunque possa restituire quell’onore scalfito, macchiato dalla sentenza di primo grado che ha abbinato, seppur col concetto giuridico della responsabilità oggettiva, il nome dell’Avellino a fatti illeciti, compiuti da tesserati e in ogni caso ai danni della stessa società. Ma a parte ciò, società e squadra devono rimanere concentrati sul campo perchè se nelle sue vicinanze c’è da presidiare l’onore, al Partenio Lombardi giovedì sera ci sarà da difendere la vita sportiva di società, ambiente cittadino e provincia chiamati necessariamente a dare una risposta di partecipazione e coinvolgimento finali per salvare il salvabile contro il già retrocesso Latina che sta dimostrando di onorare il calcio, giocandosela contro tutti.

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