Belotti e Mertes, storie di un predestinato e di un bomber vero

Domenica allo stadio Olimpico di Torino ci saranno due calciatori ad un bivio importante della loro vita, due persone con storie diverse in corsa per raggiungere un record personale: Belotti e Mertens. Il primo ha soli 23 anni e una clausola da 100 milioni per chi volesse portarlo via da Torino, il secondo, invece, bomber lo è diventato per necessità e per intuizione di un uomo il cui nome è Maurizio Sarri. I due domenica si sfideranno a colpi di gol segnati: il granata è a quota 25, l’azzurro a quota 24. Inseguono Dzeko a quota 27 con il sogno di diventare capocannoniere della serie A.

La gara tra Torino e Napoli, quindi, vive di questa supersfida personale tra i due: il gioiello lombardo arriva alla partita con il Napoli allo stesso livello del rivale azzurro. Hanno un gol di differenza ma il granata ha servito meno assist e non ha giocato la Champions come l’azzurro. Questo duello sembra la sfida tra un predestinato, quale il giovane Belotti, e Mertens che si è fatto largo a spallate perché prima era un “calciatore semplice”, bravino a fare gol. Il palcoscenico è il secondo posto del Napoli perché il Torino gioca solo per la gloria, null’altro.

Mertens è tecnica, Belotti è potenza. Il belga gioca in velocità, segna di destro e sinistro, il lombardo evoca l’irruenza di Graziani con 10 gol realizzati di testa su 25. C’è una differenza, Mertens è il faro di una squadra di grandi artisti del calcio (24 gol su 81 in serie A portano la firma sua: meno del 30 per cento), mentre Belotti è il terminale dell’attacco granata (25 gol su 65: ovvero quasi il 40 per cento) che non segna da tre giornate e sogna di battere il record di Mazzola che si è fermato a 29 reti con il Grande Torino. Mertens, invece, è scatenato e sogna la corona di capocannoniere, quella che detiene Gonzalo Higuain.

 


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