Roma. Un caso che fa tremare i vertici dello Stato e di Farmindustria e che rischia di bloccare la filiera della distribuzione dei farmaci elargiti dal Servizio Sanitario nazionale. Quello dei bollini ‘irregolari’ stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, in regime di monopolio, rischia di diventare l’ennesimo scandalo nazionale che avrà ricadute sulla salute dei cittadini. L’ispezione dei carabinieri del Nas di Salerno, negli stabilimenti del Poligrafico di Roma e Foggia, arrivati dopo i sequestri di decine di migliaia di confezioni di farmaci in provincia di Salerno, Benevento e Avellino, oltre che in un deposito della città di Salerno è solo la punta dell’iceberg di un problema diffuso su tutto il territorio nazionale. Ma quell’ispezione che ha colpito al ‘cuore’ l’intera filiera della produzione dei bollini ‘Carta valori’ ha provocato non poche reazioni.
E’ stata la denuncia di un cittadino salernitano, ad innescare ‘ad effetto domino’ una serie di controlli. Quella denuncia, presentata a dicembre scorso dall’avvocato Antonio Sarno, di Nocera Inferiore, per conto del proprio cliente, ha messo in luce le pecche di un sistema ‘traballante’ alla fonte. Ed è proprio l’avvocato Sarno che in questi mesi ha studiato la questione relativa ai bollini ‘difettosi’, immessi sul mercato, a spiegare cosa sta accadendo, anche alla luce dei riscontri delle indagini dei carabinieri del Nas di Salerno.
Avvocato, alla luce dei sequestri degli ultimi mesi, il problema dei bollini ‘cancellabili’ denunciato dal suo cliente è reale?
“Quella denuncia, per quanto abbiamo appreso, ha permesso di scoprire che l’intero sistema di tracciabilità e di immissione sul mercato dei farmaci è ‘viziato’ alla fonte dalla produzione di bollini non conformi”.
Uno dei punti, sottolineati in quella denuncia era il rischio per la salute dei cittadini, pensa che quel rischio sia ancora reale?
“Il rischio, per la salute di tutti noi, attiene evidentemente al farmaco stesso, dal momento che con la cancellazione dei numeri di serie e con la mancanza della stampigliatura di sicurezza sul caduceo è molto più semplice immettere in commercio farmaci di diversa provenienza, e quindi anche prodotti da chi sa chi. Attualmente con questo tipo di bollini e con la possibilità che si cancellino con un semplice sfregamento e con la mancanza del caduceo di sicurezza, siamo nella situazione per la quale è più facile tracciare la provenienza di una mozzarella o di un barattolo di pelati che delle medicine. E’ inutile dire, inoltre, che la mancata rispondenza della stampa dei bollini alle regole previste dalla legge, comportando la impossibilità della tracciabilità, rappresenta il presupposto per qualsiasi frode ai danni del servizio sanitario nazionale”.
Con le ispezioni effettuate presso le sedi del Poligrafico dello Stato i Nas hanno riscontrato dei difetti della ‘carta valori’. Eppure il Poligrafico, anche attraverso comunicati stampa ha sempre sostenuto di produrre bollini conformi. Secondo lei, allora, il problema del difetto di stampa dove nasce?
“Qui bisogna essere chiari una volta per tutte. Ci sono innumerevoli interrogazioni parlamentari sul punto e il Ministro della salute ha sempre risposto – ovviamente fornendo dati del Poligrafico – che il problema era risolto o in immediata via di risoluzione. Questo accadeva già due anni fa, ma come si vede, non è stato risolto ancora nulla”.
Dunque, il Poligrafico dello Stato sostiene che la produzione della carta valori è conforme alla normativa?
“Evidentemente la situazione al Poligrafico non è nei termini in cui la vogliono far apparire, perché continuano a circolare bollini farmaceutici che impediscono la tracciabilità e che non danno certezza della assoluta provenienza del farmaco. Devo aggiungere, tra l’altro, che ormai all’interno del Poligrafico dello Stato ci sono delle sensibilità diverse da parte, presumo, di alcuni funzionari, in quanto – anche in relazione ad una mia denuncia per altri reati, presentata a Roma per frode in pubbliche forniture – sono diventato una sorta di depositario dei contrasti in atto all’interno del Poligrafico”.
Cioè esiste un confilitto interno sulla gestione e la qualità dei bollini?
“Devo presumerlo, stando almeno ai documenti interni del Poligrafico, parlo di mail intercorse prima e dopo i controlli del Nas, che quotidianamente mi pervengono per posta in maniera anonima”.
Cosa si evince dalle mail? Qual è la consapevolezza dei funzionari rispetto ai problemi riscontrati nella produzione dei bollini?
“Si evince che il Poligrafico non solo è a conoscenza del problema, che lo ha sottovalutato per il passato, e che, a tutt’oggi, non ha i mezzi tecnici per poterlo risolvere. Dai documenti in mio possesso e da indagini difensive espletate, sembra, tra l’altro, che siano state dilapidate notevoli risorse economiche, con un approccio tecnico al problema completamente sbagliato. Fatto sta che, considerata l’urgenza della distribuzione dei bollini, volontariamente li stampa e li cede – ad un notevole prezzo – alle case farmaceutiche, consapevole della loro irregolarità. Tale situazione appare in maniera incontrovertibile da tutta la documentazione in mio possesso. Sia chiaro che qui stiamo parlando di bollini farmaceutici che sono considerati ‘carte valori’”.
Quindi è come se il poligrafico stesse producendo marche da bollo false o illegali?
“E’ come se il Poligrafico stesse producendo e immettendo sul mercato banconote senza il numero di serie o con il numero facilmente delebile senza che nemmeno resti traccia dell’operazione di cancellazione. Come se stesse producendo passaporti, carte d’identità, marche da bollo, difettosi, non tracciabili e molto più facilmente falsificabili”.
Cioè, che significa?
“Lei immagini che la situazione è equiparabile alla produzione di banconote da 50 euro senza il filo di sicurezza che si intravede in controluce o con il numero di serie parzialmente o totalmente cancellabile. Ciò non significa che la banconota è falsa perché è prodotta dal Poligrafico in regime di esclusiva, ma in sé tale banconota sarebbe assolutamente inefficace rispetto alle funzioni cui è destinata con le ovvie ricadute sulla possibilità, molto più semplice, di essere falsificata.”.
Lei fa delle affermazioni molto pesanti, ma nel corso di questi mesi ha avuto modo di accertare cosa accade durante la produzione dei bollini?
“In relazione alla impossibilità da parte del Poligrafico di stampare bollini conformi alla legge ho svolto indagini difensive assumendo dichiarazioni perfino di alcuni fornitori delle macchine da stampa che mi hanno confermato che – fino ad oggi – il problema, sorto già negli anni scorsi, non è risolvibile con i metodi e le opzioni tecniche a disposizione del Poligrafico”.
Questo potrebbe alimentare, per quanto riguarda i bollini, un mercato parallelo e illegale?
“Certamente. Questa sarebbe la causa scatenante del mercato parallelo e delle frodi che già sono poste in essere, come si nota da continui sequestri, non ultimo quello avvenuto ad Ottaviano in provincia di Napoli, dove sono state sequestrate 16mila confezioni di medicinali presso una farmacia”.
In che percentuale si stima siano immessi bollini illegali sul mercato nazionale?
“Stando ai documenti interni al Poligrafico che mi sono stati recapitati anonimamente e che consegnerò immediatamente alla autorità giudiziaria, la percentuale dei bollini irregolari già in commercio dovrebbe essere altissima. Mi risulta che presso lo Stabilimento del Poligrafico di Foggia non sono effettuati i controlli durante la produzione, specie in ora notturna e che i dirigenti pur consapevoli dei difetti di fabbricazione dei bollini hanno disposto la loro consegna alle varie case farmaceutiche cui erano destinati. Sia chiaro che questa non è una mia illazione ma è il risultato di un’attenta lettura della documentazione pervenutami”.
Ma oltre ai controlli che il produttore di bollini dovrebbe attuare prima della cessione, le aziende farmaceutiche non sono tenute a verificare l’idoneità dei bollini prima del confezionamento?
“Sono meravigliato dall’atteggiamento delle cause farmaceutiche. Da un lato, come da missive pervenutemi, hanno riversato qualsiasi responsabilità sul Poligrafico dello Stato dal quale acquistano i bollini, dall’altro hanno cercato sempre di minimizzare il problema dell’illeggibilità e della mancanza dei codici di sicurezza parlando di occasionalità delle irregolarità. Cosa, evidentemente non vera, visti i sequestri”.
Che ruolo ha Farmindustria nella filiera e come sta affrontando questo problema?
“Farmindustria ha un ruolo centrale nei rapporti tra le case farmaceutiche e il Ministero della Salute e, stranamente, per quel che mi risulta si sta attivando ben poco per la risoluzione del problema”, manifestando una sorta di insensibilità a problematiche che coinvolgono anche le stesse case farmaceutiche”.
Ma quali responsabilità potrebbero avere le case farmaceutiche?
“Trattandosi di carte valori la responsabilità è di tutta la filiera, e il dato nuovo è che anche le case farmaceutiche ultimamente si sono rese conto della possibilità di sequestri di farmaci su tutto il territorio nazionale. Ne riceverebbero un ingente danno economico con una drammatica ricaduta sulla possibilità per i cittadini di approvvigionarsi di farmaci anche salva-vita. Devo registrare, tuttavia, che, almeno qualche casa farmaceutica, più che esigere la risoluzione del problema della tutela della salute dei cittadini e dei danni che si possono arrecare al Servizio Sanitario nazionale, si preoccupa delle sorti delle indagini, suggerendo interventi dissuasivi anche sugli investigatori. E’ quanto emerge da alcune mail pervenutemi in copia. In relazione a questo, sono certo che sia il Nas che l’Autorità Giudiziaria faranno come al solito il loro dovere nell’accertare cosa sta accadendo”.
Rosaria Federico