Camorra a Marano, Giannella avvertito dai vigili cercò Toratto Polverino per risolvere i problemi del capannone. LE INTERCETTAZIONI

Uno dei capitoli più interessanti dell’inchiesta sull’area Pip di Marano e che due settimana fa ha portato all’arresto dei fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, di Antonio e Pasquale Di Guida e dell’ingegnere Oliviero Giannella, tecnico dei Cesaro, è quello che riguarda il coinvolgimento nella vicenda di alcuni esponenti del corpo dei vigili urbani di Marano i quali hanno cercato in tutti i modi di aiutare il clan Polverino e in particolare il capannone di Toratto Polverino figlio dell’anziano boss latitante Zi Totonno Polverino. E infatti dopo un primo appuntamento telefonico Giannella va a Marano presso il corpo dei vigili urbani ad incontrare Sabatino Pariggiano. E a proposito dei coinvolgimento nella vicenda degli altri due vigili urbani scrive il gip nell’ordinanza:

“Il coinvolgimento nella vicenda di SICA Michele e di CERULLO Vincenzo non deve stupire in quanto costoro sono risultati in contatto proprio con DI GUIDA Antonio, l’amico dei Cesaro ma anche di Giannella. Infatti, il 29 febbraio .2016, all’interno dell’ufficio del DI GUIDA Antonio, ubicato in Marano di Napoli alla via Corree di Sopra n. 6, veniva registrata una conversazione tra presenti intercorsa tra questi, SICA Michele e CERULLO Vincenzo. Il dialogo in esame era collegato ai controlli che in quei giorni l’U.T.C. di Marano ed il Corpo di Polizia Municipale stava eseguendo nell’area P.I.P.: DI GUIDA aveva tanta confidenza con gli
agenti municipali che costoro, oltre a rivelare che erano loro stessi a procedere ai controlli, evidenziavano la conduzione regolare delle attività economiche esistenti nei capannoni del P.I.P., Tale ultima circostanza è in totale contrasto con realtà dei fatti atteso che l’U.T.C. di Marano aveva evidenziato molteplici irregolarità poste in essere sia dal Concessionario, i CESARO, e sia dagli attuali proprietari dei capannoni…
Dunque, anzitutto è quantomeno discutibile il rapporto di confidenza registrato tra ‘controllori’ e ‘controllati’ o, comunque, ‘amici dei controllati’ (qual è il Di Guida); in secondo luogo, l’incontro del 22 febbraio con il tecnico del controllato, deve aver indotto i controllori a ritenere superati i problemi del capannone (frazionato in due opifici destinati a calzaturificio) Tra i problemi oggetto di verifiche vi erano proprio quelli relativi all’esercizio dell’attività all’interno dei capannoni per i quali:
– non vi era il collaudo della fogna a servizio del P.I.P.
– le autorizzazioni allo scarico dei liquami non erano corredate dalla giusta documentazione”

Sono le attività tecniche nei confronti di Oliviero Giannella, a far comprendere come l’ingegnere ‘vestito’ del ruolo di tecnico di parte avrebbe agito in modo spregiudicato formando, ancora una volta nel 2016, come già in occasione del rilascio dei permessi per costruire nel 2009, atti falsi per tutelare gli interessi dei Polverino e, nel caso specifico, in tale fase, di Salvatore Polverino “Toratto”. ‘Infatti, il 24 febbario 2016, a distanza di soli due giorni dall’incontro con gli esponenti della Polizia Municipale di Marano che stavano procedendo ai controlli dei capannoni del Pip., l’ingengenre Oliviero Giannella contattava telefonicamente tale Antonio a un telefono intestata alla società Panificio Polverino sas (la ditta ha cambiato la sua ragione sociale ne “Il Vostro Fornaio spa”), con sede a Marano di Napoli via Marano – Pianura n. 248/bis, il cui amministratore unico è Antonio Visconti cugino di Salvatore Polverino, detto Toratto.
Queesta è la telefonanta intercettata:

Donna n.m.i.: Vostro fornaio…;
GIANNELLA Oliviero: buongiorno, sono l’ingegnere Giannella, volevo parlare con Antonio…;
Donna n.m.i.: Giannella?;
GIANNELLA Oliviero: si;
Donna n.m.i.: un attimo solo…;
….musica di attesa….
VISCONTI Antonio: pronto…;
GIANNELLA Oliviero: Antonio… Giannella…;
VISCONTI Antonio: buongiorno ingegnere…;
GIANNELLA Oliviero: come andiamo, tutto a posto?;
VISCONTI Antonio: ringraziamo iddio, a voi tutto bene?;
GIANNELLA Oliviero: bene bene grazie, senti Antonio… non riesco a entrare in contatto con Salvatore, ma è una cosa che riguarda il capannone… Là sono andati i vigili, vogliono chiudere, vogliono fare…. perché non hanno delle autorizzazioni… che però loro mi hanno detto di… preparargliele…sarebbe l’autorizzazione allo scarico per le fogne…;
VISCONTI Antonio: si si si…;
GIANNELLA Oliviero: e le emissioni in atmosfera però noi, di queste fogne là, io non….. non ho nessun elemento, quindi dovrei fare un sopralluogo con Salvatore e vedere se lui lo sa con un operaio, insomma…. dobbiamo aprire un poco i pozzetti… e vedere come stanno messe perché poi le devo disegnare per presentare… la pratica…;
VISCONTI Antonio: la documentazione…;
GIANNELLA Oliviero: di autorizzazione allo scarico, si, e….. diciamo là noi… quando abbiamo fatto quella ristrutturazione, il frazionamento… questo aspetto non l’abbiamo troppo curato, nel senso che c’era la fogna e tutto a posto, per cui adesso dobbiamo vedere un poco come lo dobbiamo sistemare… capito?;
VISCONTI Antonio: va bene, lo rintraccio e lo faccio mettere in contatto con voi…;
GIANNELLA Oliviero: eh digli però che…;
VISCONTI Antonio: .. che è urgente, diciamo…;
GIANNELLA Oliviero: no, a parte che è urgente, digli che… siccome qua a Marano ci sono tutti i telefoni rotti, compreso il mio… se lui passa, perché in genere scende verso le nove e mezza…;
VISCONTI Antonio: va beh, allora passa direttamente da voi…
GIANNELLA Oliviero: va beh, grazie…;
VISCONTI Antonio: ora lo rintraccio e lo faccio passare;
GIANNELLA Oliviero: eh, ciao Antonio, grazie;
VISCONTI Antonio: grazie, buone cose;
GIANNELLA Oliviero: ciao ciao ciao.
…omissis.
La conversazione conteneva diversi aspetti di interesse investigativo. Innanzitutto perché era da collegare alle attività ispettive avviate dalla Polizia Municipale di concerto con l’U.T.C. di Marano nell’area P.I.P. ed al mandato assunto dall’ingegnere Oliviero Giannella, come tecnico di parte, quale curatore degli interessi dei
proprietari dei capannoni esistenti. Infatti, dopo il confronto avvenuto in quei giorni con gli agenti della Polizia Municipale di Marano, Giannella cercava di rintracciare, senza riuscirvi Salvatore Polverino e quindi contattava il cugino Antonio Visconti al quale faceva presente di dover incontrare il cugino per risolvere una urgente problema del capannone del Pip  di proprietà, almeno formalmente, del suo interlocutore. Sebbene “Toratto” risulti ufficialmente estraneo ai quadri societari della medesima impresa, in realtà l’ingegnere Giannella era consapevole invece della titolarità del capannone in capo a Salvatore Polverino. Non a caso Visconti si limitava ad ascoltare le indicazioni di Giannella e porsi quale tramite tra questi ed il cugino Toratto. Non a caso dice il gip: “Tornando al contenuto del dialogo intercettato, così come esponeva Giannella a Visconti, la necessità del primo di rintracciare con una certa urgenza Salvatore Polverino proveniva dalla circostanza che la Polizia Municipale di Marano aveva effettuato un primo accesso ispettivo a seguito del quale aveva rilevato che mancavano alcuni documenti a corredo dell’autorizzazione allo scarico nelle fogne delle attività economiche che si svolgevano all’interno del capannone e pertanto gli stessi operatori di Polizia avevano paventato la chiusura delle citate attività economiche. In tal senso, lo stesso Giannella rammentava che quando tempo prima unitamente a Salvatore avevano effettuato il frazionamento del capannone (S.C.I.A.) con il conseguente avvio, da parte degli affittuari, delle attività economiche tuttora esistenti all’interno del medesimo capannone avevano curato con superficialità l’aspetto dello scarico nelle fogne e pertanto si rendeva necessario un incontro chiaramente finalizzato a sanare, a posteriori, la documentazione in esame tanto che lo stesso Giannella rappresentava di dover fisicamente aprire i pozzetti di raccolta dei liquami al fine di realizzare un rilievo tecnico”.

Antonio Esposito

2.continua

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