Camorra, confisca beni al clan Mallardo: sono 15 gli indagati. TUTTI I NOMI E I BENI CONFISCATI

Sono 15 le persone legate al clan Mallardo e in particolare ai fratelli Domenico e Giovanni Dell’Aquila interessate dalla confisca dei beni per un valore di circa 38 milioni di euro firmata con un provvedimento dai magistrati della quarta sezione della Corte di Appello di Roma(presidente (Flavio Monteleone). Oltre alla confisca con lo stesso provvedimento è stata ridotta a un anno la misura della sorveglianza speciale di p.s. a carico di Vittorio Emanuele Dell’Aquila, (figlio di Giovanni) con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza che attualmente risulta essere Formia. Un provvedimento di 142 pagine in cui si richiamano le sentenze, le ordinanze di custodia cautelare a carico dei Dell’Aquila e degli esponenti del clan Mallardo e le dichiarazioni di ben 11 pentiti (Giuliano Pirozzi, Raffaele Ferrara, Domenico Bidognetti, Luigi Diana, Massimo Amatrudi, Gaetano Vassallo, Luigi Giuliano, Salvatore Giuliano, Guglielmo Giuliano, Giovanni Chianese e Salvatore lzzo) che hanno contribuito alle indagini insieme con le intercettazioni telefoniche e ambientali.

 

Domenico Ferrara, esponente del clan dei Casalesi ala Bidognetti aveva sostenuto davanti ai magistrati che “conosceva personalmente Domenico Dell’Aquila e lo aveva definito alter ego e rappresentante del fratello Giuseppe – detto Peppe ‘o ciuccio- capoclan dei Mallardo”, latitante all’epoca delle dichiarazioni del collaborante. Ferrara aveva precisato che Domenico Dell’Aquila faceva parte a tutti gli effetti del clan, lo rappresentava “ed era rispettato come il fratello”, e concludeva che “si parlava di estorsioni e lui a Giugliano dettava legge come i Mallardd’. Egli, insieme col fratello Giovanni, costituiva- “la faccia pulita del clan, la parte pulita, i colletti bianchi”, mentre infatti il fratello Giuseppe si occupava delle attività più efferate dal punto di vista criminale. Domenico e Giovanni gestivano la parte economica, interessandosi “di tutto”, in particolare di “costruzioni, vendite di macchine( … ) potevano fare l’usura, potevano fare il traffico di droga”.  Invece Domenico Bidognetti- già capo dell’omonimo clan- dopo aver ricostruito l’organigramma del clan Mallardo, riferendosi a Domenico Dell’Aquila aveva dichiarato che questi “stava sempre intorno a Giuseppe, il fratello, e a Peppe Mallardo”, quest’ultimo al vertice dell’associazione. Luigi Diana, anch’egli del gruppo Bidognetti, aveva riferito di aver conosciuto Domenico Dell’Aquila “in veste di ambasciatore” per gli affari del clan, e si richiamava a titolo di esempio all’omicidio di tale Domenico Tammaro di Villaricca e al blocco del cantiere della superstrada che attraversava Giugliano. Massimo Amatrudi, riconosceva Giovanni Dell’Aquila quale titolare di una impresa edile, aggiungendo che egli aveva tale incarico grazie alla posizione di riguardo ricoperta dal fratello Giuseppe nella associazione camorristica. L’x boss di Forcella invece, Luigi Giuliano “‘o rre”, aveva dichiarato di conoscere i fratelli di Giuseppe Dell’Aquila, ossia Domenico e Giovanni, specificando che essi “facevano gli imprenditori in stretto collegamento con i Mallardo che gli davano i soldi e loro provvedevano a costruire palazzi, ville e quant’altro”. Anche Salvatore Giuliano, pur premettendo di aver avuto solo incontri fugaci con i fratelli di Giuseppe Dell’Aquila, era a conoscenza del fatto che costoro fossero “pienamente coinvolti nella attività del congiunto, in particolare nell’investimento di capitali, nell’acquisto di immobili, nell’edilizia e nell’usura”. Vincenzo De Feo, già associato del clan Contini, “federato” con i Mallardo, aveva riferito di aver conosciuto solo Giovanni Dell’Aquila e di aver appreso da Ettore Bosti che egli si interessava “al traffico illecito di soldi, di beni del clan”. Giovanni Chianese, già del clan Pianese, aveva raccontato un episodio accaduto proprio in presenza di Domenico Dell’Aquila, al quale per il tramite di altri si era rivolto per un prestito di soldi, poi effettivamente erogato (tra i 100.000 e i 120.000 euro): sul punto Chianese aveva precisato che, per lo stretto rapporto di parentela tra Domenico e Giuseppe Dell’Aquila, ricevere da loro denaro “non diventava più una estorsione ma una cortesia”, chiosando “non è che andavamo a chiedere la camorra ai camorristi. Da ciò dunque si ricavava la posizione di rilievo del clan Mallardo verso gli altri sodalìzi criminali, anche perché esso si era esteso verso gli appalti, cioè cose più grandi”. Salvatore lzzo, già del clan Nuvoletta, invece, ribadito il pieno inserimento dei dell’Aquila negli affari del clan Mallardo, si era soffermato in modo più diffuso sulle truffe assicurative di Giovanni Dell’Aquila con la collaborazione di tale Giovanni Smarrazzo: questi illeciti erano descritti nella ordinanza relativa all’operazione Tahiti. Giuliano Pirozzi, anche egli vicino al clan Mallardo, aveva rivelato di aver conosciuto sia Domenico che Giovanni Dell’Aquila, precisando che gli stessi gestivano gli interessi del fratello Giuseppe, impiegavano nelle loro attività imprenditoriali il denaro del clan e si servivano di prestanome: Carmine Maisto e lo stesso Antonio Pirozzi nel campo immobiliare, la famiglia Ascione in quello del commercio delle auto, con altri impegnati nei settori alberghiero e manifatturiero, dei quali però non conosceva i nomi. Dal contenuto delle intercettazioni emergeva infine che Giovanni Dell’Aquila si era illecitamente occupato perfino del settore della vendita dei carburanti.

 LE PERSONE COINVOLTE NELLA CONFISCA

Domenico Dell’Aquila, nato a Giugliano in Campania (NA), il 4 marzo 1965 domiciliato a Formia (LT), attualmente detenuto nella casa circondariale di Secondigliano;
Giovanni Dell’Aquila, nato a Giugliano in Campania (NA), il27 aprile 1959 e residente a Formia (LT),  detenuto nella casa circondariale di Parma;
Vittorio Emanuele Dell’Aquila, nato a Mugnano di Napoli (NA) il 27 agosto 1987, residente a Formia (LT) ;
Salvatore Cicatelli, nato a Napoli (NA) il21 maggio 1990, residente a Fondi (LT),
Giuseppe Cerqua, nato a Napoli il 10 aprile 1964, residente a Giugliano in Campania (NA);
Filomena Cecere, nata a Villaricca il 25 gennaio 1968, residente a Giugliano in Campania;
Francesco Di Gioia, nato a Giugliano in Campania (NA) il 2 marzo 1946, ivi residente;
Vincenzo Vitiello, nato a Mugnano di Napoli (NA) il 3 settembre 1961, residente a Giugliano in Campania;
Francesco Cicatelli, nato a Grumo Nevano (NA), il261uglio 1954;
Raffaella Pellino, nata a Frattamaggiore (NA) il 30 aprile 1956;
Mario Cicatelli, nato a Frattamaggiore (NA) il 6 luglio 1965 residente a Fondi (LT);
Gennaro Antonio Delle Cave, nato ad Afragola (NA) il 30 settembre 1971 , residente a Crevalcore (BO);
Giulia Chiariello, nata a Mugnano di Napoli (NA) il 26 dicembre 1971, residente a Crevalcore (BO) ;
Antonio Maisto, nato a Napoli il30 aprile 1980, domiciliato a Giugliano in Campania (NA);
Concetta Maisto, nata a Mugnano di Napoli (NA) il18 agosto 1985, domiciliata a Giugliano in Campania (NA) ;

Antonio Esposito

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(nella foto la cattura di Giuseppe Dell’Aquila)

L’ELENCO DEI BENI CONFISCATI

 

 

 

 


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