Camorra, il capo della polizia: “Le stese non si combattono solo con la repressione”

Le “stese”, azioni armate svolte perlopiù da giovani che hanno come obiettivo il ribadire, da parte di un gruppo criminale, il proprio controllo su un territorio, “sono figlie di un’efficace azione repressiva che ha disarticolato le organizzazioni più strutturate, ma che ha dato sfogo a quella delinquenza, quel bullismo che poi diventa criminalità”. Così il prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia, a Napoli per un convegno sullo sport nella caserma Nino Bixio. “Noi facciamo la nostra parte – ha sottolineato Gabrielli – ma la parte più straordinaria dovrebbero farla altre agenzie, altri contesti, a partire anche dalla società civile. Proprio quando si parla di giovani, il tema culturale ha una sua evidenza manifesta”.Secondo Gabrielli “questi giovani sono anche figli di un’azione repressiva che doveva essere fatta, ma si è lasciata terra fertile a un mondo che evidentemente non è stato adeguatamente coltivato e predisposto alla legalità. E’ la prova provata che queste battaglie non possono essere combattute solo dalle forze dell’ordine e solo sul piano repressivo. Noi ci saremo – ha detto ancora Gabrielli – la guerra si vince con il concorso di tutti, non lasciate a noi soltanto l’onere principale di affrontare questo problema”.

Il capo della polizia, affrontando quindi la sempre maggiore presenza dei giovani nei gruppi criminali, chiarisce che “quando si parla di giovani il tema culturale ha una sua evidenza manifesta. Paradossalmente questi giovani sono anche figli di un’azione repressiva che doveva essere fatta, ma si e’ lasciata terra fertile a un mondo che, evidentemente, non e’ stato adeguatamente coltivato e predisposto alla legalita’. E’ la prova provata che queste battaglie non possono essere combattute solo dalle forze dell’ordine e solo sul piano repressivo”. Al convegno hanno preso parte i questori di tutte le province campane, il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, Tina Montinaro, vedova di Antonio, capo scorta del giudice Giovanni Falcone, morto nella strage di Capaci, il 23 maggio 1992 con altri due agenti. Tra gli argomenti trattati dal capo della polizia anche quello della salute: “Per noi lo sport e’ un veicolo per il tema salute. E’ un tema irrinunciabile, stiamo invecchiando, abbiamo una media di personale sui 45 anni, in uffici della questura tra i 49 e i 51 anni. Mandiamo spesso in strada gente di 53-54 anni motivo per il quale abbiamo bisogno di particolare attenzione per la salute”. Franco Gabrielli focalizza la sua attenzione anche sui casi di suicidio registrati: “Purtroppo i suicidi sono un tema non secondario – sottolinea – un’amministrazione seria non puo’ non pensare a salute psichica e fisica. I nostri gruppi sportivi, le Fiamme oro saranno sempre piu’ un elemento di sensibilizzazione per il personale sulla salute”.


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