C’era una condanna a morte che pendeva sul capo del narcotrafficante Mario Avolio, detto “marittiello ‘ o ciuraro”. L’aveva messo il boss oggi pentito Antonio Leonardi ‘o Chiappellone all’epoca nel vertice delle cosiddette 5 famiglie di Secondigliano, perché sospettato di essere coinvolto nell’omicidio di Alfredo Leonardi, nipote del boss. Della figura di Mario Avolio e del suo coinvolgimento nel traffico di droga ne hanno parlato diffusamente numerosi pentiti e tra questi i Loenardi. In particolare Alfredo Leonardi, figlio di Antonio, e omonimo del cugino ammazzato, ha svelato agli investigatori la decisione della sua famiglia di uccidere Mario “‘o ciuraro”. Ecco cosa ha messo a verbale Alfredo Leonardi:
“…E’ un narcotrafficante che compera e vende stupefacente tipo marijuana che acquisisce dall’Olanda, cocaina, ed eroina. Marittiello fa tutto nella zona vicina alle nostre abitazioni, dove abita anche. E’ detto O’ ciuraro perché di famiglia è fioraio, so che hanno negozi; io conosco bene il fratello, fanno Avoli di cognome, perché il fratello Vincenzo era alle scuole medie con me. Io venni a sapere, avevo anzi già capito nel 2004-2005 che Marittiello ‘o ciuraro faceva attività illecite, perché il fratello girava con macchine importanti. Quando nel febbraio 2013 rientro dalla carcerazione in Francia a Secondigliano, mio fratello Giovanni, Emnauele Di Gerìnnaro, Ciro MiloneO, questi due ultimi recentemente scomparsi, mi raccontarono della figura di Marittiello. Lo spunto fu che Emanuele vide Marittiello uscire dalla nostra traversa e venne subito da me a dirmelo. Marittiello aveva la nostra autorizzazione a venire a Napoli solo a Natale o in qualche altra ricorrenza, ma doveva chiedere il nostro permesso. In varie circostanze, infatti, quando ero in carcere, avvenne che vi erano stati attriti tra noi Leonardi con Marittiello; questo perché lui stava in buoni rapporti con gli Abete e gli Abbinante famiglie con le quali eravamo in guerra: inoltre nutrivamo sospetti sul suo. coinvolgimento nell’omicidio di Alfredo Leonardi, commesso nel luglio 2012, ucciso nella faida dagli Abbinante. Questi sospetti li nutrivamo sia in funzione dei rapporti tra Marittiello e gli Abete e Abbinante, che sono molto risalenti, sia per il fatto che Giuseppe Leonardi aveva avuto attriti con Alfredo Leonardi mio cugino ucciso…omissis…
Per tornare all’argomento principale, va detto che noi- in particolare mio padre Antonio – avevamo imposto a Marittiello di andarsene da Napoli e se doveva venire, doveva essere autorizzato da noi. Egli accettò questa imposizione, perché noi Leonardi eravamo le figure dominanti su Secondigliano. Se ne andò, non so dove si era appoggiato. Poi Marittiello, approfittando che nel dicembre 2012 mio padre venne arrestato, ritornò su Napoli e lì lo vide Di Gennaro.
Sentita la notizia del rientro di Marittiello, mi mandai a chiamare Giuseppe Leonardi, suo genero per essere fidanzato della figlia; noi Leonardi tra noi in vero avevamo già deciso di eliminare, uccidendolo, il Marittiello. Decisi allora di cambiare strategia e quindi di fingere di collaborare con lui; mi feci quindi spiegare da Giuseppe Leonardi i suoi affari, fingendo di fare da paciere tra loro e la mia famiglia. Giuseppe Leonardi mi spiegava che Marittiello non aveva più rapporti con nessuno, che si era fermato nel traffico di droga per colpa nostra, che doveva recuperare un sacco di soldi a Secondigliano; da quella cosa presi lo spunto per dirgli che lo avremmo aiutato a recuperare i soldi e ci ofrimmo per collaborare nel traffico di droga; l’idea era quella di farlo sentire tranquillo per poi eliminarlo. Quindi iniziammo a fare discorsi di droga con Giuseppe Leonardi che operava per conto di Marittiello; il primo lavoro fu di dieci chili di cocaina su Roma;· non si lavorò su Napoli perché in quel momento noi dovevamo comperare dalla Vinella che imponeva prezzi elevati, 42 o 43mila euro al chilo, droga che noi davamo alla piazza della Vela Celeste: la Vinella Grassi la comperava sia da Mariano Riccio che da galoppini. …Omissis…”
Antonio Esposito
1.continua
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(nella foto Antonio Leonardi ‘o chiappellone e Mario Avolio ‘o ciuraro)