Uno dei sette pentiti di camorra che ha messo nero e ha raccontato alla Dda di Napoli dei rapporti tra i fratelli Cesaro di Sant’Antimo e i clan della zona Giuglianese è stato Ferdinando Puca, nipote del boss Pasquale Puca detto o’ minorenne il cui clan continua a controllare tutti gli affari illeciti a Sant’Antimo paese d’origine dei Cesaro- In un verbale datato 23 marzo 2016 e allegato alle 421 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei fratelli Aniello e Raffaele Cesaro di Antonio e Pasquale Di Guida e dell’ingegnere Oliviero Giannella, firmata dal gip Francesca Ferri si legge:
“…sono affiliato al clan PUCA praticamente da sempre in quanto sono legato anche da vincoli familiari a tale organizzazione camorristica. Nel 2005 in particolare mi sono affiliato con il ruolo di occuparmi di omicidi. Preciso che sono stato libero fino al 2008, poi arrestato dal 2008 al 2011, scarcerato a giugno del 2011 e riarrestato definitivamente a dicembre del 2012. Premetto che fino agli anni 80′  figura apicale del clan di Sant ’Antimo era o ’ Giappone affiliato al la N.C.O. che aveva rapporti con il padre dei CESARO il quale si era adoperato per far scappare Raffaele CUTOLO dal manicomio di Aversa. Dopo la morte del Giappone prese il suo posto come rilievo criminale PUCA Pasquale che nel frattempo strinse rapporti o meglio li continuò con i figli del citato CESARO. Sto parlando degli anni 80′ anni in cui io benché fossi piccolo sentivo questi discorsi che ho poi verificato crescendo e con la mia affiliazione… dopo il 2011 poiché avemmo l ’ ordine di non effettuare più omicidi al fine di non creare difficoltà ai processi in corso. Io stesso mi occupavo del settore estorsivo. Mi riferisco alle estorsioni sugli imprenditori edili o ai commercianti , diverso era il rapporto con i grossi imprenditori quali ad esempio il gruppo dei CESARO. I predetti fin dagli anni 80′ erano dei piccoli imprenditori e la loro fortuna e la loro crescita imprenditoriale è stata favorita da PUCA Pasquale. Dico questo perché tutti gli affari e tutti gli investimenti sono stati fatti sempre e con il solo PUCA Pasquale del quale i CESARO divennero i prestanomi . Ad esempio il centro IGEA di Sant ’Antimo ,l’affare della Texas Instruments di Aversa o il centro commerciale IL MOLINO alle colonne di Giugliano. Ciò perché il clan PUCA dove ce n’era bisogno interveniva a supporto e a sostegno dei CESARO. Ricordo che nel 2011 appena sono stato scarcerato fui convocato dai CESARO tramite mia zia PUCA Teresa che non a caso lavora dai CESARO insieme alla sorella, in qualità di domestiche, ed in quanto mie zie. Ebbi due convocazioni la prima presso il centro IGEA immediatamente dopo la mia scarcerazione dove Antimo CESARO, detto penniello, mi diede 10 mila euro quale regalo per la mia scarcerazione. In quella occasione mi chiese di adoperarmi per arginare le richieste estorsive dei RANUCCI – DI BIASE Piero ed i suoi ragazzi – ai danni di Grappa Eaffaele e del padre di quest’ultimo a me noto con il soprannome di cap’ e rezzin’ che sono degli imprenditori edili utilizzati dai Cesaro per interfacciarsi con i clan. Mi spiego meglio questi GRAPPA erano praticamente caduti in disgrazia, poi , entrati nel le grazie di PUCA Pasquale e dei CESARO, sono diventati la faccia imprenditoriale dei CESARO ai quali subappaltavano i lavori non solo su Sant’Antimo ma anche sugli altri territori nei quali i CESARO, con le stesse modalità con le quali operavano a Sant’Antimo con il clan PUCA, riuscivano ad accaparrarsi grosse opere imprenditoriali . I GRAPPA cioè si interfacciavano con i clan per evitare che i CESARO si esponessero eccessivamente. Dopo il mio intervento dissi a GRAPPA che avevo convinto i RANUCCI a portargli solo i panettoni e le colombe…”.