C’è stato un periodo della lunga storia di camorra di Scampia e Secondigliano in cui i rapporti interni erano molto divisi tra gli Amato-Pagano che continuavano a controllare per conto di tutti il traffico di droga e le cinque famiglie di Secondigliano e poi la Vinella-Grassi che faceva il doppio gioco. Ci fu un momento di grande tensione tra Gaetano Marino ‘o moncherino (ucciso nell’agosto del 2012 sulla spiaggia di Terracina) e Arcangelo Abete perché il fratello del boss Gennaro Marino ‘o mekkei voleva uccidere tutti i nipoti di Cesare Pagano. E per questo ebbe una violenta discussione con lo stesso Arcangelo Abete. L’episodio come altri sempre sul traffico di droga è stato raccontato agli investigatori da Antonio Accursoin un verbale de 23 febbraio 2015. Eccone alcuni passaggi:
“…tra marzo ed aprile del 2011 gli Amato-Pagano avevano loro problemi interni, infatti in quel periodo ritornò dalla Francia dove era latitante Amato Carmine la vecchierella. Io so che lui era in Francia perché la latitanza della Vecchiarella era curata da Barone Ciro, uomo Vinella, di nostra fiducia, che noi avevamo prestato agli Amato-Pagano. su richiesta di Esposito Biagio, dopo il blitz C3. Il Barone era anche mio amico personale, sin dagli inizi degli anni 2000…. Omissis… Voglio chiarire che il Barone è una persona tranquilla, quasi sconosciuta alle forze dell’ordine ecco perchè veniva utilizzata durante la latitanza di Amato Carmine. Voglio precisare che lui, inizialmente, non sapeva nemmeno che i bigliettini che gli dava il D ‘Andò’ andassero ad Amato Carmine; lo ha saputo dopo diversi mesi, quando Sparano Oreste, amico suo, come lo sono io, lo mandò a chiamare.
Nel senso che di regola il Barone, consegnava i bigliettini ad una persona che viveva in un paesino vicino Parigi e ne ritirava altri, mentre in un ‘occasione lo Sparano lo fece andare a casa
dell’Amato dove si trattenne una giornata. In questo modo capì per chi stava facendo il corriere. Questa vicenda me l ‘ha raccontata lui. Come mi ha raccontato delle estorsioni al mercato di Mugnano, quali erano le entrate. Dopo la spaccatura delle 5 famiglie, il Barone è ritornato alla Vinella. Voglio precisare che dopo la nascita delle 5 famiglie, che è possibile collocare nell’aprile del 2011. dopo il duplice omicidio del Ferrone, ossia di Peppe il Nasone e di altro Peppe noi delle 5 famiglie abbiamo ricevuto un carico di cocaina di circa 100 kg., alla cui divisione ha provveduto il gruppo Abete. Io credo che all’epoca l’Abete Arcangelo, fosse ai domiciliari, non so se a Napoli o a Milano. di certo lui è venuto anche a Napoli dove è stato arrestato.
Poiché io ero agli arresti domiciliari. Non so di preciso come sia avvenuto questo carico e con chi abbia avuto contatti l ‘Abete Arcangelo. La cocaina venne divisa tra tutti noi delle 5 famiglie, non so se l ‘abbiano avuta anche i Marino, perché, non ricordo se già vi era stata la discussione tra Abete Arcangelo e Gaetano Marino. Quest’ultimo voleva uccidere tutti i nipoti di Pagano Cesare, per cui ebbe una violenta discussione, prima dell’estate 2011, con Abete Arcangelo, che lo fece anche picchiare dai nipoti, Angelo Marino e Roberto Manganiello.
Di conseguenza si decise, a maggioranza, contro la volontà della Vinella di tenere fuori dagli affari di cocaina e dalle divisioni degli introiti della piazza dei Puffi i Marino in attesa della
scarcerazione di Gennaro. Ragion per cui il secondo carico di cocaina fatto dagli Amato-Pagano alle 5 famiglie vide esclusi i Marino. Infatti siamo stati noi della Vinella a dargli la droga.
Il 2″ carico era, comunque di quantità inferiore. Questi accordi furono presi a Milano, nel corso dei vari incontri, a cui partecipavano sia Migliaccio Giacomo che Teatro, genero di Amato Raffaele il Capo. Dopo l’arresto di Abete Arcangelo, noi della Vinella abbiamo chiuso un accordo sottobanco con gli Amato-Pagano. Gli incontri sono avvenuti, in momenti diversi, tra Guarino, Mennetta, Taekwondò’, Riccio Mariano. Illiano era portatore degli interessi di Amato Raffaele junior che ormai era in pace con Mariano. Voglio dire che noi della Vinella dall ‘omicidio Faiello sino a Natale del 2011 acquistavamo la cocaina a Fuorigrotta, presentati da Sbirulino a Magnetti Fabio, persone poi arrestate con lui durante la latitanza, la compravamo a 40 mila euro al kg, ma credo di meno perché Magnetti e Mannetta hanno rubato molti soldi alla Vinella. Dopo l’omicidio di Lello Bastone e del Montò chiusa l’alleanza nascosta con gli Amato-Pagano noi ci rifornivamo di droga nuovamente dal Riccio ma il Guarino chiarì che il prezzo non poteva essere più di 42 mila al kg. ma di 40 mila visto che questo era il prezzo praticato da quelli di Fuorigrotta. A questa notizia il Riccio fece anche il nome del trafficante di Fuorigrotta, vantandosi che da quel momento non avrebbe più lavorato. Per quanto io sappia il Maagnetti Fabio ha continuato a lavorare in proprio con Fuorigrotta, ma gli affari sono durati poco perché venne arrestato.
Comunque con gli Amato-Pagano il prezzo venne fissato a 40 mila euro al kg. Noi vendevamo la cocaina ai Marino, ai Leonardi a quelli del Perrone e al Lotto G, con a capo Cicciotto e sbirulino, poi i Gervasio che facevano capo a Giuseppe. a -/.2 mila euro al kg. Questi affari sono andati avanti sino all’arresto del Guarino. Da quel momento io mi sono incontrato con mio fratello Umberto, Aruta e Corcione, io ero ancora agli arresti domiciliari e guardando i conteggi mi resi conto che gli affari non andavano bene, ossia avevamo un debito di 400-500 mila euro con il Riccio, e vantavamo crediti con i suddetti clienti per 700-800 mila euro, per cui non valeva la pena procedere nelle attività. Per cui c ‘è stato un incontro tra mio fratello Umberto e Taekwondò nel corso del quale mio fratello spiegò le nostre ragioni, per cui si decise che solo dopo che riscuotevamo dai creditori avremmo pagato gli Amato-Pagano, invero, riscuotemmo poco e poco restituimmo. In questo periodo, ossia prima di marzo 2013 e fino alla mia scarcerazione definitiva avvenuta a maggio 2013, noi della Vinella non abbiamo fatto affari di cocaina con nessuno, salvo 7 kg. con Barbella, di cui alla truffa fatta insieme a Matuozzo Carlo Altri 8 kg. li acquistammo con pagamento immediato da Taekwondò in occasione del suo incontro con mio fratello…”
Antonio Esposito
5.continua
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(nella foto da sinistra Cesare Pagano, Antonio Accurso, Arcangelo Abete e Gaetano Marino)