“Lino ed Emanuele Sibillo e o ‘chicco hanno minacciato la mia morte… “, lo ha raccontato agli investigatori il pentito del clan Mazzarella, Salvatore Russomagno, le sue dichiarazioni come quelle di altri 15 pentiti sono confluite nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Eliana Franca con la quale sono stati arrestati Gennaro Buonerba e i suoi affiliati perché ritenuti autori dell’omicidio del baby boss Emanuele Sibillo. Russomagno ex esattore del racket per conto dei Mazzarella ha raccontato agli investigatori anche quale è stata la genesi della faida tra La Paranza dei bimbi e il gruppo Buonerba-Mazzarella:
“… è scoppiata perché Emanuel Brunetti, già affiliato con i Mazzarella, non avendo diviso gli utili derivanti dai parcheggi con i Mazzarella, si reco’ da Lino a’
caciotta, che è uno spacciatore di Forcella, e si prese euro 5000 e due pistole calibro 9×21 della famiglia Mazzarella. Emanuel Brunetti si affianco’ a Ciro Brunetti, Sasa’
Amirante, Emanuele e Lino Sibillo, che facevano parte in origine del gruppo Stolder-Ferraiuolo. Inoltre questi soggetti hanno stretto un accordo criminale con i Rinaldi di
San Giovanni. Infatti Sasa ‘ Amirante aveva stretto un forte legame in carcere con i Rinaldi, ed in particolare con una persona soprannominata o ‘professore, e durante quel
periodo aveva minacciato e picchiato Carmine Del Gaudio per la sua vicinanza ai Mazzarella…Emanuele Catino. Fa parte del clan Mazzarella. Gestisce un piazza di cocaina a Forcella. La piazza e’ sua ma e’ gestita dai fratelli Lino e Ciro. In casa sono sempre armati. Anche quando Emanuele va dal medico per curarsi le ferite dopo l’agguato. Lo accompagna Ciro con il taxi…Gli hanno sparato perché questo fatto si collega al ‘agguato subito da Salvatore Del Prete durante i festeggiamenti per la vittoria del Napoli della Coppa Italia. In quell’occasione con Sasa’ Del Prete c’erano Emanuele Catino, Vittorio Cioffi, Gianmarco e Batman. A sparare a Del Prete fu il deceduto Morgese Giovanni, cognato di Maurizio Ferraiuolo. In risposta spararono Vittorio Cioffi e Gianmarco ed uccisero Morgese. Dopo questo fatto i fratelli Sibillo Emanuele e Lino hanno sparato ad
Emanuele Catino in via Pietro Colletta; e successivamente sempre i due Sibilio hanno sparato a Vittorio Cioffi. In quest’ultimo episodio Vittorio Cioffi fece retromarcia con
la sua auto e fece cadere dal motorino T Max della Piaggio i fratelli Sibillo che persero il casco e furono riconosciuti… Questi fatti li ho appresi direttamente da Emanuele Catino, che alle forze dell’ordine ha raccontato di aver subito la rapina di un orologio Rolex, ma il fratello Lino e Linuccio cuott’ e provola hanno visto tutto perché erano in auto con Emanuele Catino…Gli aggressori di Emanuele Catino avevano solo il casco con la visiera bianca… Anche l’agguato subito da Vittorio Cioffi mi è stato raccontato dalla stessa vittima e cioe ‘ dal Vittorio Cioffi… Emanuele Catino solitamente gira armato e spara. Ha promesso di vendicarsi contro i fratelli Sibillo. Ora naturalmente non gira armato date le sue condizioni fisiche. E’ il fratello Ciro ad essere armato… per il ferimento di Emanuele Catino solo uno dei fratelli Sibillo ha sparato, ma non so chi. Chi ha il grilletto facile dei due è o ‘chiattone ossia Lino Sibillo.I due Sibillo viaggiavano sulla moto T MAX della Piaggio, quello che utilizzano sempre per questi agguati. Sara’ rubato. Fanno molte rapine per procurarsi i mezzi per fare agguati. La vittima era in un ‘auto piccola marca IQ, se non erro. Questo ferimento si inquadra nello scontro tra Sasa ‘Amirante ed i Sibillo contro i Mazzarella…. ( .. .) …
…Quanto all’agguato a Luciano Barattolo a piazza nazionale, a sparare è stato Manuel Brunetti chiamandolo per nome in una Panda grigia e gridando .Ha sparato alcuni colpi di pistola, 4-5 colpi, con pistola a tamburo che non lascia tracce, ferendo il fratello di Jose, Jose che mori’ in un agguato, e nipote di Ciro Spirito, anche lui deceduto, e ha ferito un altro ragazzo che faceva il macellaio. I ragazzi stanno bene. Tutto questo perché Pietro mise questi ragazzi a fare da scudo dinanzi a Luciano Barattolo appena senti’ partire i colpi. Luciano Barattolo era anche lui armato. Questo fatto l ‘ho appreso direttamente da Luciano Barattolo dopo essermi recato a casa sua. Luciano Barattolo aveva un pistola calibro 357 addosso, la stessa pistola utilizzata per sparare al padre dei Sibillo, ma non riuscì’ a sparare perché si blocco’. Il fatto è avvenuto fuori alla Better in piazza Nazionale. Con Brunetti nell’ auto c ‘erano i fratelli Sibillo Emanuele e Lino e credo anche “Ciro Ciro” fratello di Manuel Brunetti, perché Luciano Barattolo mi disse che c ‘era anche una quarta persona in macchina. Erano seduti due avanti e due dietro . … (. .. ) …”
Antonio Esposito
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